Ha ricevuto molte critiche e pochi applausi la manovra economica approvata ieri definitivamente al Senato con il voto di fiducia imposto dal governo per accelerare i temi e tagliare il dibattito. Le critiche – oltre che dell’opposizione – sono dei sindacati – ricordiamo che Cgil Uil e sindacati di base hanno fatto uno sciopero generale contro questa legge di bilancio, la terza del governo Meloni. E poi dei sindaci, che lamentano tagli tali da mettere a rischio e i servizi. E di interi settori cruciali con la sanità, la scuola, l’università: guarda caso settori in cui più che in altri dovrebbe prevalere il pubblico. E invece la manovra taglia fondi – o non ne stanzia a sufficienza – favorendo il privato. Poi una serie di piccoli interventi a pioggia – definiti mancette dalle opposizioni – e per il resto la conferma del taglio del cuneo fiscale, inaugurato da Draghi che da solo vale 17 miliardi – e i tagli necessari ad accontentare l’austerità chiesta da Bruxelles. 30 miliardi in tutto.
Su istruzione e ricerca il governo fa cassa, accusa la Cgil di settore. Gianna Fracassi è la segretaria generale della Flc:
“Questa manovra fa cassa per due motivi principali. Il primo è che effettua tagli, generando risparmi che penalizzano in particolare il settore della scuola paritaria. Il secondo motivo è legato all’assenza di investimenti: non aver stanziato fondi per il rinnovo contrattuale 2022/2024 produce un danno gravissimo per i lavoratori, in un triennio in cui l’inflazione sfiora il 18%, mentre il governo risponde con risorse pari solo a un terzo di questa cifra. Inoltre, questa scelta congela di fatto ogni possibilità di valorizzazione per il personale della scuola, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale. A ciò si aggiungono il blocco e la riduzione del turnover nel settore universitario e della ricerca, nonché i tagli agli organici, che riguardano sia il personale docente sia il personale ATA. È una manovra profondamente negativa per il settore della conoscenza.”