“Con gli immigrati si fanno i soldi”, dicevano i capi delle cooperative di Mafia Capitale. E non solo a Roma, evidentemente. Stamattina nell’avellinese sono stati chiusi 10 centri di accoglienza. Condizioni igieniche terribili, sovraffollamento, cibo pessimo: tutto per risparmiare ed intascarsi così i soldi pubblici stanziati per i profughi. Alcuni di questi centri erano gestiti da un nome noto: la cooperativa In Opera, infatti, era già commissariata proprio perchè coinvolta nell’inchiesta Mafia Capitale.
L’inchiesta non è stata semplice: ci sono voluti mesi di lavoro, dopo i primi esposti presentati un anno fa dalla Cgil di Avellino, grazie alle segnalazioni degli ospiti dei centri. E sono stati sempre gli stessi profughi a girare al sindacato le fotografie e i filmati fatti con i cellulari che documentavano quelle segnalazioni. Tutto uscito di nascosto, vista l’impossibilità di accedere a quei centri e la totale chiusura anche per la stampa.
E ci è voluto poco per capire che c’era davvero qualcosa da nascondere: centri sporchi, cibo scarso e di pessima qualità, vestiario non fornito, i pochi spiccioli della diaria quotidiana che non venivano pagati.
Quelle immagini sono state consegnate dieci giorni fa alle autorità, e stamattina sono scattati i blitz dei carabinieri dei Nas.
Il sindacato ha chiesto alle istituzioni di attivarsi rapidamente per collocare le circa 500 persone che sono rimaste senza un tetto, anche perchè nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di altri 500 profughi.
Radio Popolare ha intervistato il segretario della Camera del Lavoro di Avellino, Vincenzo Petruzziello
Ascolta qui Vincenzo Petruzziello