Come devastare un movimento politico: dimettersi dalla sua guida, sapendo che non c’è un sostituto. Dimettersi lanciando accuse gravissime a chi resta, tipo “qui è pieno di traditori”, senza però fare nomi o circostanze. Dimettersi lasciando intendere che il Movimento è preda di una guerra per bande che lo condiziona e domina.
Se l’amministratore di una società quotata avesse descritto la sua azienda come Luigi Di Maio ha fatto del Movimento 5 Stelle, il titolo sarebbe crollato in borsa.
Quale credibilità resta al Movimento 5 Stelle, da oggi?
Alla guida adesso c’è il reggente Vito Crimi. Assolutamente inadatto.
A disputarsi la vera successione, chi c’è? Sarebbe necessario conoscere in maniera esplicita le dinamiche interne alla forza politica che esprime il primo gruppo parlamentare italiano e che è cardine del Governo.
Invece, il Movimento 5 Stelle fa della assoluta opacità, mascherata da trasparenza, la sua cifra.
Di Maio se ne va davvero o si prepara a tornare alla carica, a marzo, ai cosiddetti ‘Stati Generali’, magari assieme a una squadra di fedelissimi? Di Battista è nemico di Di Maio o tra i due è solo, come probabile, un gioco delle parti? Conte, su cui punta il Pd per un minimo di stabilità del governo, ha davvero delle carte da giocare? E soprattutto, chi comanda davvero nel Movimento 5 Stelle? Casaleggio che interessi esprime in questo momento? E come intende perseguirli?
Sarebbe necessario che Davide Casaleggio parlasse chiaramente, dicesse agli italiani dove vuole andare. Perché non è una questione che riguarda solo casa sua.
Il terrore dei deputati che sanno che non saranno rieletti non può continuare a essere il maggiore collante che tiene in vita il Governo e la legislatura.
Il primo partito in Parlamento, la forza di governo numericamente più importante, a questo punto ha il dovere di dire quali prospettive si dà. È una questione che riguarda tutti.
Foto dalla pagina Facebook di Luigi Di Maio