Da nord a sud, il presidente di Regione che risponde a Lega o a Fratelli d’Italia usa la sua poltrona per coprire i propri errori, per mettere in difficoltà il governo, per ribadire che deve rimanere tutto aperto e comunque è colpa degli altri, dello straniero. Lombardia, Sardegna, Sicilia.
Musumeci, il presidente siciliano, adesso dice che non capisce perché il Tar abbia accolto il ricorso contro la sua ordinanza razzista che avrebbe voluto espellere tutti i migranti dall’isola. “Non l’hanno nemmeno letta” si lamenta. Dubitiamo non l’abbiano letta. Ma in effetti bastava l’annuncio. Via gli stranieri untori. E si sorprende che il Tar lo abbia fermato.
Solinas, il presidente sardo, è in difficoltà anche perché è in arrivo una inchiesta della magistratura sul Billionaire e le altre discoteche. È stato lui a volere che le discoteche rimanessero aperte sull’isola e così la butta sulla manfrina sardista: “In Sardegna il virus non circola, ce lo hanno portato da fuori”. Un piagnisteo per dire no ai controlli agli arrivi e alle partenze con Civitavecchia, per non ostacolare il turismo del modello della Costa Smeralda.
In Lombardia, di cosa si occupa Fontana? Di riaprire San Siro e l’autodromo di Monza. “Stiamo lavorando per farlo” ha detto ieri. 16mila morti. Ma si riapra lo stadio, si riapra l’autodromo, si tornino a riempire treni e autobus. In Germania ieri gli stadi li hanno chiusi per tutto il 2020. In Germania non comanda la propaganda gentista e salviniana.