«Voi siete la luce della nostra Chiesa e il Natale è la festa della Luce. Siamo orgogliosi di voi non per qualcosa di speciale, ma perché siete rimasti quello che siete: cristiani con Gesù». Sono parole del cardinal Pizzaballa Patriarca di Gerusalemme alla piccola comunità da più di 14 mesi raccolta nel compound della parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza. «Come tutte le persone del mondo, non solo cristiane, sono con voi, così anche voi potete dare qualcosa al mondo che vi guarda: portate a tutti, col vostro esempio, la luce di Cristo». Ci vuol fede nell’uomo oltreché in Dio attestare che dai più deboli, misconosciuti, martoriati può venire a tutti un bene prezioso. La luce è essere ciò che si è, è essere sé stessi. Nel cielo può brillare la luce della Stella ma è sopraffatta dalle tenebre se sulla terra non ci sono uomini e donne ad accoglierla, corrisponderle, creare con altri una fonte luminosa sempre più intensa per sé stessi, per noi, i vicini, per chi pur lontano riesce a scorgerne i bagliori flebili e incerti. A veder le immagini di Pizzaballa oggi a Gaza e a figurarsi l’ingresso del Patriarca a Betlemme nella notte di Natale t’accorgi che la luce non è proprietà d’una fede religiosa ma è intima proficua miscela di sacro e profano; più cresce d’intensità la fiaccola generata da quelle due componenti meno risaltano confini e divisioni tra spiritualità e umanità. «Stillate, cieli, dall’alto, le nubi facciano piovere il Giusto; si apre la terra e germogli il Salvatore». Così scrisse Isaia (45,8), il profeta alle radici sante di Israele (non so se anche di Netanyahu). La Chiesa le ha scelte per chiudere il periodo d’Avvento e preparare il Natale di luce. Nelle tenebre son costretti a vivere donne, uomini e bambini, chi bombarda ancora Gaza senza ragionevolezza e chi s’è servito del popolo per far passare il terrorismo come lotta di liberazione; dal nero pece sono avvolti vittime e protagonisti d’altre 50 guerre in atto Ucraina e Russia in testa; nel buio sono immerse diplomazie e coscienze d’un mondo impotente. È tempo di ricerca di luci anche flebili per ritrovarsi nell’oscurità. La luce che fa capolino a Gaza vuole il rimando di quella che è dentro ognuno di noi. Il Natale di luce nasce dalla notte cupa.
Luce da Gaza
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Autore articolo
Marco Garzonio