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Tratto dal podcast
Malos 22-09-20
Italia | 2020-09-22
Come si spiega il trionfo di Luca Zaia alle Elezioni Regionali in Veneto? Ne abbiamo parlato a Malos col giornalista Marco Milioni di VicenzaToday, che ai nostri microfoni ha descritto il sistema di potere in Veneto.
L’intervista di Davide Facchini e Luigi Ambrosio.
Zaia ha preso il 74%, una cosa mai vista, e la sua lista ha preso il triplo di quella della Lega. Come funziona il sistema di potere nella regione Veneto?
In Veneto c’è un sistema di potere radicatissimo, ma il problema di fondo è che si tratta di un sistema di potere che è venuto fuori negli anni, stratificandosi, anche perché è un sistema di potere in cui maggioranza e opposizione si fanno sì la guerra per il potere, ma poi in molti casi si spartiscono il sottopotere.
Quando, ad esempio?
Un esempio tipico è quello della superstrada Pedemontana Veneta, un’opera che, come la cugina lombarda, è stata contestatissima, ma se si va a vedere la vuole anche il candidato del centrosinistra. Un altro esempio è la realizzazione degli ospedali col meccanismo del progetto di finanza che sconvolge le casse pubbliche. E un progetto rispetto al quale il centrodestra ha sempre fatto la voce grossa, ottenendo anche il grosso degli interessi e delle rendite di posizione, ma rispetto alle quali il centrosinistra non si è mai opposto. È in questo brodo che Zaia raggiunge questo risultato, perchè la gente dice “Se devo fare riferimento a chi considera il potere in questa maniera, preferisco l’originale piuttosto che la copia”. Zaia è un doroteo doc e non dimentichiamoci che uno dei suoi principali consigliori, l’avvocato Malvestio, è il prodotto di quel tipo di modo di intendere la politica, ma soprattutto i rapporti di forza con l’economia del territorio che qui conta tantissimo. Va poi messo in fila un altro concetto. Il Veneto ha questa concezione dorotea della politica: libertà di intrapresa deve essere lasciata indisturbata dal politico. Anzi, il politico la deve facilitare. Questo è un dato che, se non conosciuto o capito, impedisce di comprendere quella che è la realtà del Veneto.
Dove finisce Zaia se esce dal Veneto? È un modello riproducibile?
Non credo, anche perché ogni volta che qualche leghista ha provato a uscire dal recinto del Veneto è finita male, basti pensare a Tosi o ad altre esperienze del passato. Il problema di fondo è che Zaia, nella sua scalata a questa sorta di empireo, è stato aiutato. Ci sono dei casi evidenti in cui, anche se indirettamente, è arrivato del supporto dal governo. Basti pensare agli aiuti con la Pedemontana o ai silenzi di buona parte dell’opposizione rispetto agli scandali che a livello della sanità hanno toccato personaggi eccellentissimi della cerchia di Zaia. Da questo punto di vista Zaia non fa altro che impersonare una realtà antropologica che è quella in cui tendenzialmente si preferisce il mettersi d’accordo alla dialettica e allo scontro politico.
Sembra quasi di sentir parlare di una regione del sud…
Sì, è così, ma con alcune postille. Al Sud c’è la mafia, ma c’è anche l’antimafia. Se noi leggiamo la maggior parte delle inchieste che hanno riguardato la colonizzazione del territorio veneto da parte dei clan notiamo che, ad esempio, gli imprenditori sono quelli che li vanno a cercare i mafiosi. Da questo punto di vista il Veneto fornisce un blob che non ha nessun tipo di accenno di dialettica e di dinamica sociale. Da noi il sistema della cooptazione tende a prevalere su tutto.
Zaia ha detto: “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”. Cosa ne pensa?
Anche questo è un modo di fare totalmente doroteo. Quando in Veneto si vuole attaccare qualcuno perché ha una presa di posizione, ad esempio, sul piano ambientale o urbanistico lo si accusa dicendo “tu vuoi fare politica“. Il bravo “politico”, invece, è quello che amministra e gestisce. Questo è un tratto tipico del modo di essere veneto che Zaia impersona alla perfezione. Va però citato anche un altro elemento: dal punto di vista umano Zaia risulta simpatico. Mentre Galan aveva molto potere ma era antipatico, Zaia viene visto – a torto o ragione – come quello con cui si può comodamente sedere al bar a bere una birra.
(Potete ascoltare l’intervista a partire dal minuto 35)
Foto dalla pagina Facebook di Luca Zaia