Un anno fa scompariva Luca Ronconi, uno grandi maestri della scena italiana, innovatore appassionato ma anche ironico dell’idea di teatro, architetto della lucidità culturale applicata allo spazio.
Al Teatro alla Scala il debutto di Ronconi avviene nel 1974, con una “Valchiria” che coglie di sorpesa pubblico e artisti. Poi “Don Carlo”, severo e privo delle roboanti maestosità del passato. Seguono tanti altri titoli, fra cui gli appuntamenti arditi con la ricerca musicale, in collaborazione con Claudio Abbado, come il ciclo “Licht” di Stockhausen, le sperimentazioni video del “Gugliemo Tell” e le intuizioni di “Il viaggio a Reims”, che debuttò a Pesaro ma trovò consacrazione a Milano.
Dal 2000 al 2015 Ronconi vive l’intensa esperienza di lavoro al Piccolo Teatro di Milano, scandita da memorabili regie come quelle di “La vita è sogno”, “Quel che sapeva Maisie”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “Prometeo incatenato”, “Professor Bernhardi“, “Lehman Trilogy.”
Due mostre celebrano Luca Ronconi a Milano:
“Il laboratorio delle idee” (fino al 24 maggio), curata da Margherita Palli con Valentina Dellavia, ne ricostruisce l’opera attraverso costumi, bozzetti, cimeli (in mostra al Museo Teatrale alla Scala) ma anche una spettacolare sequenza di 24 “tavoli di lavoro”, sospesi sulle passerelle dei Laboratori Ansaldo, una specie di seconda casa per Ronconi.
Ne abbiamo parlato a Cult con Donatella Brunazzi, neo-direttore operativo del Museo Teatrale alla Scala.
“Spazio, Tempo, Parola” è invece il titolo della mostra che il Piccolo Teatro dedica all’opera di Ronconi nel nuovo spazio mutlimediale RovelloDue – Piccolo Spazio Politecnico: il pubblico vive un’esperienza acustico-visiva che mette a fuoco un concetto caro a Ronconi: la scienza come indagine e rappresentazione.
Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, ne ha parlato a Cult.
Ascolta l’intervista a Donatella Brunazzi su “Il laboratorio delle idee”
Ascolta l’intervista a Sergio Escobar su “Spazio, tempo, Parola”