Italia Viva aspetta le indicazioni di Matteo Renzi e non partecipa, dall’inizio, ai tavoli per costruire una coalizione per battere per la prima volta i candidati del centrodestra in Lombardia. Si è sfilata negli ultimi giorni anche Azione di Calenda che non vuole stare ai tavoli con i 5Stelle e anche questa potrebbe essere una scelta romana, visto che fino all’altro ieri ci stavano. Le frange cosiddette riformiste tirano per la giacca il PD cercando di far pesare il vuoto al centro di una coalizione che ha bisogno di essere molto ampia per avere qualche chance di vittoria. Anche i Radicali con +Europa diffidano.
I due promessi sposi, PD e 5Stelle, si dividono su temi nazionali come lo stop di invio di armi all’Ucraina (i democratici hanno votato contro la mozione in tal senso degli ex-grillini), ma il PD conferma l’impegno a costruire una larga coalizione progressista, dice il suo segretario regionale Vinicio Peluffo, e continua le prove di coalizione con i 5stelle.
Primo scoglio il candidato, che per il PD ad oggi è il sindaco di Brescia Emilio del Bono che non piace ai 5Stelle sia perché è il primo nome del PD sia perché scarsamente popolare. Sembra tramontata la proposta di candidatura di Azione per l’economista Carlo Cottarelli che su Radio1 ha chiarito la sua riposta: “Non ci penso nemmeno” (e poi candidamente ammette che preferirebbe esser il candidato di entrambi gli schieramenti).
Ma la questione candidato rimane, se anche Beppe Sala, a cui i cronisti ogni giorno chiedono se sarà lui visto che i 5Stelle dicono sarebbe un candidato perfetto, oltre a negare un suo coinvolgimento, si avventura in ipotesi di primarie che nel PD, ad esempio, solo l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino chiede. Se per primarie si intendono quelle vere con più candidati in contesa e non la certificazione di un candidato magari paracadutato da Roma con un accordo delle segreterie, visto che anche i 5Stelle ora ne hanno una.
Anche nel centrodestra, però, il candidato non c’è e nessuno tra i big nazionali si è ancora espresso. Moratti sembra sempre più lanciata in campagna e ormai litiga ogni giorno con Fontana (ieri lo ha smentito via stampa sulla questione della lettera di rivendicazione dell’attacco hacker ai server di alcuni ospedali milanesi). Il presidente uscente non ha ancora sciolto la sua riserva sulla propria ricandidature, mentre a domanda esplicita il suo segretario, Matteo Salvini, ha risposto: “Ne parliamo dopo l’estate”. Come per le elezioni di Milano. Solo che ci vollero nove mesi per trovare un candidato.