Lo Zambia è al buio, oltre a dover fare i conti con la peggior siccità della sua storia recente, con pochissime piogge registrate negli ultimi anni, ora non riesce nemmeno più a produrre elettricità. L’80% della fornitura di energia elettrica nel paese arriva dalle turbine del lago Kariba, ma da qualche tempo non è più così: il bacino si è prosciugato e ha perso il suo potere energetico. Come se non bastasse la diga rischia di crollare per la scarsa manutenzione. Questo mega impianto idroelettrico è stato costruito sul fiume Zambesi negli anni Cinquanta creando il più grande lago artificiale del mondo, ma le sue turbine ora hanno praticamente smesso di funzionare. La crisi è così grave che nelle città manca corrente anche per diversi giorni consecutivi e quando torna è solo per poche ore. Molte attività commerciali sono in ginocchio.
Negli ultimi mesi, nel bacino di Kariba sono emersi alberi e altra vegetazione. L’ultima stagione delle piogge ha fatto salire il livello delle acque di soli 30 cm. Oggi l’impianto di Kariba produce solo il 7% di quanto dovrebbe ed è importante tener presente che in Zambia, già in condizioni normali, più della metà dei 20 milioni di cittadini non ha accesso all’elettricità. Ma Lusaka non è la sola ad essersi affidata all’energia idroelettrica per la produzione nazionale: negli ultimi anni, il continente africano ha sempre più fatto affidamento su questa fonte. Oggi in questo modo viene prodotto il 17% del totale dell’energia del continente. Entro il 2040 si dovrebbe arrivare al 23%. I cambiamenti climatici stanno però stanno mettendo in difficoltà diversi paesi. L’attuale siccità, alimentata soprattutto dal fenomeno meteorologico di El Niño, ha interessato tutta l’Africa meridionale costretto lo Zambia e altri quattro paesi della regione (Lesotho, Malawi, Namibia e Zimbabwe) a dichiarare lo stato di calamità naturale e a chiedere aiuto per le proprie popolazioni affamate. Le risorse idriche sono sempre più inaffidabili anche in Mozambico, Uganda, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo. Negli ultimi anni, il governo di Lusaka ha cercato di incentivare il ricorso all’energia solare, ma la crisi energetica in corso sta obbligando il paese a tornare sui suoi passi, con la popolazione e le istituzioni che si stanno affidando ai vecchi generatori di corrente diesel.
I problemi relativi alla diga di Kariba non sono finiti qui: da anni si parla di un possibile rischio di cedimento dell’infrastruttura. Le acque hanno eroso i materiali e si sono formate evidenti crepe. Un eventuale crollo non solo priverebbe il paese del suo principale fornitore di energia, ma provocherebbe uno tsunami fluviale che spazzerebbe via una valle intera, con un bilancio di morti e distruzione drammatico.