Sono passati due anni dalla tragedia di Odessa. Il 2 maggio del 2014 morirono 48 persone dopo un grosso incendio nel palazzo dei sindacati e violenti scontri tra esponenti di estrema destra e manifestanti filo-russi. La tragedia di Odessa è una delle pagine più buie della crisi ucraina e della storia dell’Europa moderna. Ancora oggi le autorità non sono riuscite a fare chiarezza e a portare i responsabili davanti alla giustizia.
Il 9 maggio, la prossima settimana, ci sarà anche l’anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale. Molti temono quindi che in questi giorni ci possano essere altri scontri. A Odessa potrebbero tornare in piazza diversi gruppi nazionalisti ucraini.
Come era già stato evidente più volte uno dei gravi problemi dell’Ucraina è l’incapacità del governo e dello stato di tenere sotto controllo il paese e di prevenire situazioni che possano portare allo scontro tra le due anime dell’Ucraina, quella filo-europea e quella filo-russa. Il conflitto nell’est, ancora in corso nonostante da oltre un anno sia in vigore un cessate il fuoco, è la dimostrazione perfetta di questo vuoto lasciato dalle autorità di Kiev.
Di nazionalismo, patriottismo ed estrema destra in Ucraina abbiamo parlato con Nicolai Petro, politologo alla Rhode Island University, negli Stati Uniti, e profondo conoscitore dello spazio ex-sovietico. Nicolai Petro ha lavorato e studiato a lungo proprio a Odessa, in Ucraina.
Ascolta l’intervista a Nicolai Petro