A Pionieri abbiamo spesso raccontato di giovani che iniziano un’attività da zero, con una buona idea e tanta energia. Alcune di queste, oltre a tempo e fatica, richiedono per forza un budget più o meno corposo per poter partire. Altre molto meno, per altre basta l’idea e l’ingegno.
Come nel caso di Linee Infinite, una piccola casa editrice partita da un gruppo di amici nel modo più classico; senza una vera e propria sede, un telefono, a caccia di manoscritti in giro per i festival.
Simone Draghetti, uno dei soci fondatori, ci racconta la storia della loro creatura, partita come hobby e poi diventato un lavoro, Linee Infinite ha negli anni puntato e mantenuto un rapporto speciale con i suoi autori, coinvolgendoli nel percorso di pubblicazione dell’opera.
Ah, e se ve lo steste chiedendo no, non chiedono contributi agli autori pubblicati. Che di questi tempi non è mica scontato.