Prima Raffaele Fitto, poi Giorgia Meloni e questa sera Antonio Tajani. È stata intensa l’agenda del leader del partito Popolare europeo Manfred Weber oggi in Italia. “Con il ministro come sempre un buon incontro” ha detto dopo aver lasciato Fitto che a questo punto, dopo la riunione di ieri con Meloni e oggi con Weber, appare l’unico candidato italiano al ruolo di commissario europeo, il massimo del traguardo sarebbe con una delega al Pnrr. L’incontro di Meloni con Weber serve a cercare una strada per riavvicinarsi ai partiti della maggioranza nel Parlamento europeo, il voto contrario ha lasciato un grande gelo dopo le visite così frequenti di Von der Leyen in Italia soprattutto sul fronte immigrazione. Cercare una sponda tessendo un rapporto più stretto con Weber, sembra questo l’obiettivo della presidente del Consiglio, grazie anche al ruolo di Tajani che a luglio scelse di appoggiare la nuova commissione europea, un aiuto che serve ora per ottenere non solo il posto da commissario ma anche una vicepresidenza esecutiva della Commissione. Un doppio favore a quanto pare tra il leader del partito popolare, che poco condivise la scelta di Von der Leyen di costruire una maggioranza più a sinistra: da un lato quindi un appoggio per Fitto, dall’altra per Weber la necessità di cercare voti più a destra per appoggiare i suoi candidati del partito popolare alla Commissione, temendo forse uno sgambetto da parte dei Verdi e dei Socialisti quando ci sarà da votare al Parlamento europeo. Chiudere il dossier Fitto è essenziale per Giorgia Meloni prima di aprire invece quello più complicato della stabilità dell’alleanza di governo con Salvini e Tajani e la prossima manovra economica, che visto il deficit e il necessario piano di rientro, sarà una manovra di tagli e minori spese, e avrà bisogno in Europa di porte non completamente chiuse.
L’incontro tra Giorgia Meloni e Manfred Weber
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Autore articolo
Anna Bredice