All’aeroporto di Linate, che formalmente dovrebbe essere chiuso, ogni giorno lavorano centinaia di persone. Vengono dalla bergamasca, una delle zone della Lombardia più colpite dal coronavirus COVID-19. Lavorano senza protezioni e non vengono controllati all’ingresso.
La SEA, società che gestisce i servizi aeroportuali, nonostante la grave situazione sanitaria della Regione, anziché sospendere tutto ha deciso di far continuare le attività di rifacimento dello scalo.
La denuncia arriva da Renzo Canavesi del sindacato Cub Trasporti intervistato da Filippo Robbioni.
Per prima cosa vorrei specificare che sarò io, da responsabile esterno, a fare queste dichiarazioni poiché abbiamo già avuto pressioni sui nostri delegati.
L’aeroporto di Linate dovrebbe essere chiuso invece è un cantiere aperto. Tutti i giorni entrano almeno un centinaio di lavoratori. Stanno rifacendo tutta la struttura in muratura di una parte dell’aeroporto, stanno ampliando i negozi e altro.
Questi lavoratori ogni mattina raggiungono Linate con ogni mezzo. Chi individualmente, chi con i mezzi pubblici, chi a bordo di camioncini. Quadi tutti provengono dalla bergamasca. È una situazione assurda.
Questi lavoratori entrano dal varco 1, lo stesso usato da tutti gli altri lavoratori di SEA (le guardie aeroportuali, che in questo momento devono comunque operare) e con loro condividono mensa, spogliatoi, macchinette del caffè e bagni senza avere nessun dispositivo di protezione.
Non hanno niente. I lavori che stanno facendo sono tranquillamente rimandabili.
Stiamo parlando di lavori già previsti che andavano fatti quando l’aeroporto era ancora in funzione.
Ora anziché posticiparli si continua a farli senza predisporre nessuna misura di controllo per i lavoratori. Così non di argina il contagio.
È assurdo che ci siano decreti che vietano di andare al parco e non si fermino invece attività industriali inutili, tranquillamente posticipabili come questa “ristrutturazione” dello scalo di Linate.
SEA, che dovrebbe vigilare l’ingresso di Linate, cosa dice?
C’è un protocollo siglato con le organizzazioni sindacali che prevede certe norme. Il controllo della temperatura corporea dei lavoratori in ingresso, la verifica di una serie di dispositivi di sicurezza, gli esterni devono entrare in condizioni diverse rispetto al personale che vi opera.
Questi controlli vengono fatti?
Non viene fatto niente di tutto ciò. Rifare dei negozi in un momento come questo non serve a nulla.
Non si parla di approvvigionare materiale o medicinali, stiamo parlando di un’opera che poteva essere tranquillamente sospesa e rinviata di un mese. Non ho parole. Certe attività andavano sospese a prescindere. Non sono utili.
Cosa chiede il sindacato?
Se si deve chiudere, si chiude tutto. Restino aperte soltanto le attività indispensabili.
Qui hanno chiuso tutto ma ci sono ancora lavoratori costretti a operare in condizioni assurde per colpa di chi ha deciso di non fermarsi.
Vogliamo parlare delle imprese edili che stanno lavorando al progetto?
Io ho tutti i nomi. Abbiamo registrato tutto ma preferisco evitare. Sono imprese edili o di smaltimento rifiuti della bergamasca.
I lavori vanno sospesi. La ventilata scusa di Sea che dice che sospendendo i lavori perderebbe soldi dovendo pagare penali per mantenere i tempi delle attività non è vera perché di fronte a questa emergenza tutto quanto viene bloccato. Anche eventuali penali.
È stata proprio deciso di approfittare della chiusura dell’aeroporto di Linate per fare i lavori in fretta e furia per essere pronti alla riapertura dello scalo.
RIASCOLTA L’INTERVISTA A RENZO CANAVESI