
La crescita inarrestabile delle università private è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa. Il numero di atenei privati è esploso dopo il 2010, durante la crisi economica, e rappresenta oltre il 30% dell’offerta formativa a livello europeo. In alcuni Paesi, come la Spagna, il numero di università private è ormai vicino a superare quello degli atenei pubblici.
In Spagna, in totale, ci sono 50 università pubbliche e 46 private. A Madrid il sorpasso è già avvenuto: gli atenei privati sono 13 contro 6 pubblici. E presto ne sorgerà una nuova, la quattordicesima, autorizzata dal governo regionale del Partido Popular, nonostante il parere contrario della conferenza dei rettori. Tutto questo mentre si destinava appena lo 0,9% in più per finanziare l’università pubblica nel 2025.
Per frenare la privatizzazione della formazione universitaria, il governo di Pedro Sánchez ha approvato una riforma che inasprisce i requisiti per l’apertura di un ateneo privato. La proliferazione di questi centri, secondo il governo, punta più al profitto che all’eccellenza accademica. Di fatto, molti atenei privati funzionano come università virtuali, senza né campus né aule.
La riforma mira a garantire standard minimi e si applicherà anche alle università già esistenti. Per esempio, gli atenei privati dovranno avere almeno 4.500 studenti: una soglia che potrebbe portare alla chiusura di almeno una decina di università di recente creazione, molte delle quali non raggiungono nemmeno i 500 iscritti. Inoltre, i nuovi atenei dovranno destinare almeno il 5% del proprio bilancio alla ricerca. Ci saranno poi requisiti più severi per la scelta dei docenti e un limite ai contratti a termine.
In caso di inadempienza, la sanzione prevista sarà la revoca dell’autorizzazione. La riforma ha ottenuto il sostegno della Conferenza dei Rettori spagnoli. Con la nuova norma, il loro parere diventerà vincolante per l’apertura di un centro privato.
Dall’opposizione, alcuni leader del Partido Popular accusano il governo di agire per motivi ideologici e di voler scatenare una guerra tra pubblico e privato. Ma i numeri parlano chiaro: dal 1998 non è stata creata nessuna nuova università pubblica, mentre le private sono quasi triplicate. Per il governo di Sánchez, invece, si tratta di frenare la “corsa incontrollata” alla privatizzazione dell’università spagnola. E infatti, per quanto riguarda la formazione post-laurea, cioè i master, il 63% degli studenti è iscritto a un’università privata.