Da 16 giorni consecutivi i prezzi dei carburanti sono in aumento e il costo medio della benzina ha superato i 2 euro al litro. Consumatori e associazioni di categoria protestano contro il governo e ieri il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha difeso l’obbligo di esporre il cartello con il costo medio dei carburanti ai distributori: “Una misura che ha consentito di intensificare i controlli e contrastare la speculazione”, ha detto il ministro. Urso anche negato che i prezzi siano fuori controllo, sollevando le critiche dalle opposizioni. Tra caro benzina, inflazione, aumenti dei beni alimentari, le politiche economiche della maggioranza si stanno dimostrando del tutto inefficaci.
I cartelli col prezzo medio della benzina funzionano, dice il ministro Urso. In effetti stanno facendo proprio quanto ipotizzato, non certo dal governo, quando venne lanciata l’idea: hanno creato un pavimento al quale diversi gestore hanno adeguato i prezzi ritoccandoli al rialzo, facendo così salire il prezzo medio stesso e innescando una spirale al rialzo che ha portato fino a 2€ al litro al self-service in autostrada con punte record di 2,7 euro sulla A8.
Ovvio, in questi giorni l’aumento è determinato anche dalla speculazione, dal mercato direbbe qualcuno: c’è più domanda, aumenta il prezzo. Succedeva però anche prima e di fatto è un’ulteriore dimostrazione che l’azione del governo su queste stesse dinamiche non ha inciso. Urso fa anche un’affermazione singolare: senza le accise il prezzo italiano dei carburanti è il più basso d’Europa. Un autogol, considerando che una delle promesse elettorali della destra era proprio abolire le accise, ma oggi, col governo a caccia di soldi per la manovra, non è certo nei radar.
E qui si innesta il paradosso perché secondo Assoutenti il maggior consumo di questi giorni legato agli aumenti avrebbe generato un incasso per lo Stato tra accise e IVA di 2,7 miliardi di euro. Di fatto una tassa indiretta e piatta che ora l’associazione dei consumatori chiede di usare per calmierare i prezzi.
Nel complesso la logica dell’intervento flop sulla benzina non è dissimile da altre azioni del governo sull’inflazione. Chiedere cortesemente a varie corporazioni, presso propri blocchi elettorali di riferimento, di guadagnarci un po’ meno. L’inflazione che continua a scendere, più lentamente che in Europa solo grazie al calo dei beni energetici, unita al dato sul prodotto interno lordo che vede l’Italia penultima in Europa, indicano con chiarezza che le politiche economiche del Governo non stanno funzionando.