La Corea del Nord ha annunciato di avere testato oggi alle 12 locali con successo una bomba termonucleare che può essere installata su un missile. È il sesto test nucleare nordcoreano e l’esplosione sotterranea registrata stamane sarebbe stata quattro-cinque volte più potente di quella dell’ultimo esperimento di circa un anno fa e dieci-undici volte più di quello precedente. Si tratterebbe infatti per la prima volta di una bomba all’idrogeno con una potenza compresa tra i 100 kiloton e un megaton, mentre finora erano state testate semplici — per così dire — bombe atomiche. L’esperimento sotterraneo è avvenuto nel nord-est del Paese, dove si è registrata una scossa di terremoto di 6,3 gradi.
Con la solita cura dell’allestimento coreografico, Pyongyang ha prima annunciato di avere prodotto una bomba H in grado di essere montata su un missile balistico intercontinentale, diffondendo anche alcune foto in cui si vede Kim Jong-un che ispeziona un oggetto che potrebbe essere un ordigno; poi ha effettuato il test nucleare; quindi ha annunciato, tramite la televisione di Stato, che l’esperimento è stato un pieno successo.
Il test è chiaramente un messaggio di sfida rivolto a Donald Trump che nelle ore precedenti aveva telefonato al premier giapponese Abe per rinnovare le proprie preoccupazioni e che nelle scorse settimane aveva minacciato Pyongyang promettendo “fuoco e furia” in caso di pericolo per gli Stati Uniti. Quella che finora Trump non ha mai considerato è l’opzione diplomatica, che chiedono i sostenitori della linea cosiddetta “sunshine”, tra cui il presidente sudcoreano Moon; il quale spinge però oggi per sanzioni ancora più punitive verso Pyongyang, non si sa se per un gioco delle parti o perché realmente convinto.
Nel test di oggi c’è anche una provocazione beffarda per il presidente cinese Xi Jinping, che proprio oggi ospita a Xiamen il summit dei Brics — le economie emergenti — dove è presente anche la Russia.
Non si fanno i conti senza l’oste — sembra dire Kim Jong-un — che ruba ancora una volta la scena alla Cina e ai suoi intenti auto-celebrativi. Sia Pechino sia Mosca hanno condannato con forza il test nucleare, ma in questo momento l’unica linea paradossalmente coerente sembra proprio quella di Pyongyang.