Cento anni fa, esattamente il 20 novembre del 2018, veniva inaugurata la nuova Camera dei Deputati, come la conosciamo adesso, con l’emiciclo progettato da Ernesto Basile, l’architetto campione del liberty in Italia. I lavori durarono anni, interrotti a causa della Grande guerra.
La costruzione della nuova aula era stata caldeggiata da Crispi negli ultimi anni dell’800 visto che erano diventate complicate le sedute del Parlamento, con un numero di deputati maggiore che nel passato; nella piccola aula Comotto faceva freddissimo in inverno, e molto caldo d’estate e l’uso necessario del ventaglio diede vita all’ancora attuale cerimonia del Ventaglio.
A due settimane dalla fine della Prima Guerra mondiale, il 20 novembre, nella grande aula con il velario liberty di Beltrami e il fregio di Sartorio che gira intorno all’immenso emiciclo, il presidente Giuseppe Marcora disse “La seduta è aperta”.
Pochi potevano immaginare cosa sarebbe accaduto proprio in quell’aula da lì a quattro anni, con la marcia su Roma, le squadracce fasciste che portarono Mussolini al potere, la fine della Camera dei Deputati nelle sue funzioni legislative per diventare la Camera dei Fasci e delle Corporazioni per tutto il ventennio fascista.
Tantissima storia, che è passata questa mattina sugli schermi che di solito riportano i risultati delle votazioni e che questa volta invece hanno trasmesso per gli abitanti attuali del Parlamento gli eventi più importanti del secolo passato.
Nel silenzio generale sono risuonati nell’aula il discorso di Mussolini sulla Camera dei Deputati come “bivacco di manipoli”. Si sono sentite le ultime parole di Matteotti in aula nel ’24 prima che venisse ucciso, il ricordo di Amendola e poi l’emozione dell’Assemblea costituente e il ritorno della democrazia e l’inizio della Repubblica.
Nell’aula c’erano deputati e ospiti, per lo più studenti e una delegazione della famiglia di Ernesto Basile. Accompagnati da Sgarbi, per l’occasione tornato ad essere storico dell’arte, la nipote di Basile, una signora novantenne che ricordava quando il nonno le faceva attraversare il Transatlantico, il “corridoio dei passi perduti“, e i suoi pronipoti sono stati accompagnati lungo il grande corridoio progettato dal loro parente, passando attraverso capannelli di deputati che un minuto dopo la celebrazione già discutevano dei decreti più complicati, a rischio crisi, come quello sulla sicurezza.
Il documentario sui cento anni è andato anche oltre, si sono ripercorse le battaglie parlamentari per la legge sul divorzio, per i trattati europei, fino allo sgomento a Montecitorio quando arrivò la notizia del rapimento di Moro e dell’attentato di via Fani, e poi il discorso di Craxi sulle tangenti e i finanziamenti ai partiti di cui tutti sapevano “i fatti si incaricheranno di dichiararlo spergiuro”. Applausi dall’aula, indifferentemente sia quando sullo schermo è apparso Craxi che quando si sono trasmesse le immagini del Parlamento dopo l’assassinio di Falcone e Borsellino.
Per alcuni un po’ di insofferenza, Rampelli di Fratelli d’Italia è uscito prima dall’aula, indignato perché, racconta, non si è ricordata abbastanza la vittoria e il sacrificio della Grande Guerra. In aula banchi del governo e dei deputati erano a parti invertite.
Sugli scranni più alti gli storici con i discorsi sul centenario, di fronte il Presidente della Repubblica Mattarella e l’ex capo dello Stato Napolitano, c’era il Presidente del Consiglio Conte, ma né Di Maio né Salvini.
Per i parlamentari, soprattutto i più giovani, la sensazione di una lezione di storia, una storia molto più grande di loro, da cui sentirsi quasi in soggezione e difficilmente testimoni ed eredi, quasi un peso, considerando il motto con il quale i deputati del Movimento Cinque Stelle entrarono per la prima volta in aula: “Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno”.
La diretta da Montecitorio della cerimonia per il Centenario dell'Aula con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Posted by Roberto Fico on Tuesday, November 20, 2018