Dal 2009 alle ultime comunali ben 59 liste elettorali hanno utilizzato o utilizzeranno uno stesso identico programma elettorale. Soprattutto liste di centro destra, ma anche qualcuna di centro sinistra: l’arte del copia-incolla è bipartisan. C’è chi copia usa solo dei punti del programma “master”, chi lo copia sillaba per sillaba. “Il programma per altro porta sfortuna: delle 59 liste che abbiamo campionato, solo cinque sono state elette”, racconta al Demone del Tardi Alessandro Massone, giovane giornalista, tra i fondatori del progetto The Submarine. È stato lui a mettere insieme i pezzi: prima una lista a Broni, nel pavee, poi un’altra a San Genesio e Uniti, sempre nel pavese. In quest’ultima ci sono anche nomi di un certo peso tra i candidati al consiglio comunale. Uno è Angelo Ciocca, attuale consigliere regionale con la Lega Nord. Nel 2009 fu immortalato in una foto con il capo della locale di ‘ndrangheta, l’avvocato Pino Neri. Suo compagno di lista è l’ex senatore lùmbard Roberto Mura, che di San Genesio è stato anche primo cittadino. Oggi è tra gli animatori dell‘associazione interparlamentare Amici dell’Azerbaijan, una delle lobby che più sostiene il Tap (Trans Adriatic Pipeline), gasdotto che collegherà alle spiagge del Salento un Paese che viola costantemente i diritti umani.
Nonostante la carriera politica, i due uomini del Carroccio così come gli altri colleghi del copia incolla, non avevano grande fantasia. Il fenomeno, per altro, è diffuso da Nord a Sud. Tra i primi esemplari del programma, pare essercene uno a Latina, per Noi Sud. Capitoli interi (vedi, ad esempio, quello sulla famiglia) è identico a quello che si legge nel programma elettorale di Broni.
Ma dove sta l’origine di tutto questo? Risponde di nuovo Massone: “Sono stralci di una vecchia lista civica in appoggio alla Lega Nord”. All’origine erano solo due pagine: linee guida molto vaghe, abbastanza flessibili da adattarsi a qualunque contesto. Tanto che poi quando una lista si lancia in qualche aggiunta si nota. In particolare nella scrittura, dice Massone: virgole fuori posto, punti esclamativi, puntini di sospensione, parole colorite che poco si attagliano ad un contesto istituzionale. Ma il kit per il programma elettorale più di questo non può.
Dopo queste prime due pagine, “è successo qualcosa tra il 2012 e il 2014: le pagine sono diventate 25, molto più dettagliate. Il modello pare ormai dilagare, soprattutto nei piccoli paesi di provincia.
Ascolta l’intervista a Alessandro Massone, di The Submarine. Alcune informazioni in più sul progetto The Submarine al link