Si difende il direttore dimissionario dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio) Francesco Spano, che lunedì ha lasciato l’incarico dopo un servizio delle “Iene”, ripreso con grande enfasi dai giornali e dai politici della destra. Spano parla di “macchina del fango” e di “una bufala” fatta per attaccare lui e l’attività dell’ufficio anti discriminazione.
Secondo “Le Iene”, un ente finanziato dall’Unar avrebbe tra i suoi affiliati un’associazione che organizzava incontri omosessuali a pagamento. Inoltre l’ente non avrebbe avuto le caratteristiche richieste dal bando. Da qui la denuncia di uso improprio dei fondi governativi.
Il fatto poi che Spano fosse contemporaneamente presidente dell’Unar e socio di questa organizzazione, sempre secondo le accuse, sarebbe un caso evidente di conflitto di interessi.
La notizia è diventata l’apertura dei giornali della destra, al grido di “soldi pubblici ai gay”. Giovanardi, Gasparri, Meloni e altri esponenti politici di Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle hanno chiesto che l’Unar venga chiuso.
Si schiera invece con l’Unar e definisce preziose le sue attività anti discriminazione il presidente dell’arcigay Davide Romani.