Chemtrails Over the Country Club, il nuovo album di Lana Del Rey (sito ufficiale), pop star atipica, capace, nel corso di sette dischi, di ritagliarsi un proprio spazio sulla scena mainstream americana senza mai scadere nella plasticosità delle sue proposte, è il disco più folk e acustico della sua carriera.
Prosegue certamente l’esplorazione musicale iniziate con il precedente e validissimo Norman Fucking Rockwell, anche per la scelta di lavorare ancora con il produttore Jack Antonoff (uno dei più attivi del momento…), ma si concentra sul lato più intimo e malinconico della cantante, lasciando da parte quasi completamente qualsiasi sonorità digitale.
La qualità di questi ultimi due lavori ci ha portato a proporre Lana Del Rey come artista della settimana di Radio Popolare: la ascolterete in questi prossimi sette giorni nelle nostre trasmissioni con le sue nuove canzoni, e le dedicheremo uno speciale che andrà in onda domenica 28 marzo dalle 16 alle 16.30.
Un tema che attraversa tutto il disco è quello del rapporto con la fama, con la notorietà e con la sua carriera musicale. Non a caso il primo brano dell’album, “White dress”, è un racconto autobiografico dei suoi primi passi nel business musicale, mentre la canzone che chiude la scaletta è una cover di un vecchio pezzo di Joni Mitchell. La Mitchell lo scrisse ispirata da un busker incrociato in una strada di New York, e inizialmente lo intitolò “The boy who plays for free”, per poi inserirlo con il titolo “For free” nel suo disco del 1970 Ladies Of The Canyon.
Il testo mette in diretta contrapposizione la cantautrice, che dice di sé di “suonare per arricchirsi e per raccogliere applausi sul palco”, mentre il busker “suona davvero bene senza chiedere nulla”. In questo testa-coda dell’album si riassume bene l’autoanalisi che sembra compiere Lana Del Rey, mettendo in discussione il ruolo di primo piano che si è conquistata.
Forse anche per questo motivo le canzoni del disco non cercano mai l’immediatezza pop dei pezzi che hanno portato Del Rey al successo, ma mostrano la propria solidità attraverso la morbidezza e la lentezza. D’altronde questa autrice se lo può permettere: la sua scrittura, lodata anche da Bruce Springsteen come una delle migliori del panorama musicale statunitense, riesce a brillare anche in un contesto più sussurrato.
Tornando al brano di chiusura, la cover di “For free” della Mitchell, è davvero mirabile il modo in cui la voce di Lana Del Rey si incrocia con quelle di due colleghe cantanti, altrettanto brave (se non di più) anche se meno celebrate dai media generalisti: Zella Day e, soprattutto, Weyes Blood.
Il 2021, dopo questo disco, dovrebbe vedere la pubblicazione di un secondo nuovo album di Lana Del Rey, annunciato per giugno: Rock Candy Sweet. Intanto, nella settimana appena iniziata, ci concentreremo sui brani di Chemtrails Over the Country Club. Qui sotto, il video di “White dress”.
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