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L’accelerata sulla terza dose, l’indecisione del Viminale sui cortei e le altre notizie della giornata

Ocean Viking ANSA

Il racconto della giornata di mercoledì 10 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Terza dose di vaccino nella fascia tra i 40 e i 60 già da dicembre, lo ha annunciato il ministro Speranza. Il governo anticipa i tempi per tenere sotto controllo l’aumento dei contagi. La circolare del Viminale contro le manifestazioni non è ancora stata pubblicata. Lamorgese: “Ci vogliono regole per tutelare tutti i cittadini”, intanto, non è ancora chiaro quali tipi di manifestazione saranno interessate dal decreto. Tra fatture gonfiate e spese pompate sul 110% sono arrivate anche le mani della criminalità organizzata. Dopo un’altra notte di pioggia i 306 migranti e l’equipaggio dell’Ocean Viking lanciano un appello per trovare al più presto un porto sicuro. Infine, l’andamento dell’epidemia di Covid in Italia.

Terza dose, dal 1 dicembre via alle vaccinazioni anche per gli under 60

(di Michele Migone)
La campagna vaccinale per la terza dose per la fascia d’età tra i 40 e i 60 anni inizierà in dicembre. Lo ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera. L’annuncio significa che l’Italia accelera sulla terza dose. L’apertura della campagna alla fascia 40 -60 in dicembre è lievemente in anticipo rispetto a quello che era uscito come indiscrezioni sui quotidiani nei giorni scorsi, quando l’inizio della campagna per i 40enni sembrava essere stata fissata verso gennaio. Un anticipo che comunque riesce a dare il senso di quanto per il governo, come ha detto Speranza, la terza dose sia strategica in un momento in cui i contagi e le vittime stanno risalendo. Terza dose che verrà fatta a sei mesi di distanza dalla seconda In Italia, in questo momento, la terza dose viene somministrata alle persone sopra i 60 anni, al personale e agli ospiti delle Rsa, al personale sanitario, ai fragili sotto i 60 anni, ma maggiorenni e agli immunodepressi. Di fatto, l’Italia sarebbe il paese che per primo apre ai 40enni. In Gran Bretagna la terza dose è stata offerta agli over 50 ed è stata anticipata da 6 a 5 mesi dopo la seconda dose. In Germania, le autorità sanitarie hanno deciso di aprire alla terza dose per tutti, ma prima che vengano vaccinati le fasce d’età più giovani passeranno ancora molte settimane. In Francia, la terza dose parte a dicembre, ma per la fascia 50 – 64 anni, per gli over 65, di fatto, sarà obbligatoria, se no, non ci sarà il Green Pass per chi non la farà. Dopo il discorso di Macron di ieri sera, c’è stata una corsa alla vaccinazione, almeno 100.000 nuove prenotazioni. In Italia, adesso chi si vaccina con la prima dose, in attesa della seconda, ottiene il Green Pass. E’evidente che se il governo ritiene strategica la terza dose, tra la terza somministrazione e il possesso del Green Pass ci debba essere una correlazione. Quale sia, ancora, non si è capito. Mario Draghi farà come Macron? Il Green Pass non sarà più valido se non si aderisce alla terza dose? Nessuno l’ha mai detto, ma potrebbe essere una possibilità concreta.

Il Viminale ragiona sul diritto a manifestare

(di Anna Bredice)
È in attesa della firma la direttiva che deve regolare lo svolgimento delle manifestazioni e dei cortei nei prossimi mesi. Al Viminale sono al lavoro da ore per “bilanciare” – questo è il verbo che ha usato la stessa ministra dell’Interno – il diritto a manifestare con il diritto al lavoro e alla salute. E quindi è un documento che richiede tempo, in una giornata in cui tra l’altro il sito del Viminale è stato bloccato per ore, dicono per un problema tecnico e non per una azione di hackeraggio, ma questo deve aver contribuito a rallentare a tutto, in ogni caso il sottosegretario Sibilia è convinto che le nuove regole andranno in vigore già a partire da sabato. Ma non sarà un divieto tout court di manifestare, questo non è possibile, sarebbe una violazione di un diritto costituzionale, ciò che verrà preso in considerazione è quel riferimento della ministra Lamorgese al diritto “al lavoro e alla salute”. E questo ultimo diritto, per il Viminale, ma anche per lo stesso capo dello Stato che ne ha parlato oggi, è stato messo a rischio dalle manifestazioni dei no vax, che, in quanto non vaccinati, possono trasmettere molto più facilmente il contagio. C’è il diritto dei vaccinati a occupare degli spazi all’aperto, fanno sapere dal ministero dell’Interno: l’ipotesi quindi è quella di rilasciare o meno un autorizzazione ad un sit in o ad un corteo in base alla presenza di un gran numero di altre persone, ad esempio un mercatino di Natale anche in una zona periferica dove in teoria si potrebbe tenere un sit in. C’è una grande discrezionalità quindi data alle Prefetture per i permessi a manifestare, sia che si tratti di un corteo chiesto da Cgil, Cisl e Uil o di manifestazioni spontanee, l’obiettivo è evitare da un lato ciò che è accaduto a Trieste per quanto riguarda l’aumento dei contagi e dall’altro a Milano con una città bloccata per molti sabati di fila. Ma a Torino ad esempio, i no green pass hanno già annunciato che violeranno le regole, disperdendosi in gruppi di due o tre e ritrovandosi in un luogo centrale.

La manovra arriva in Parlamento

La manovra arriva venerdì in parlamento senza ripassare dal Consiglio dei Ministri, con un testo però che nel frattempo è stato modificato su diversi punti: dalle pensioni, al reddito di cittadinanza, ai super bonus. In tutto sono 34 in più gli articoli presenti nella nuova bozza. Dall’opposizione Meloni e Fratoianni hanno protestato per le modalità con cui il testo è arrivato in aula. Nella maggioranza invece trapela qualche mal di pancia dei 5 stelle per il superbonus, che seppur confermato viene modificato con il tetto dei 25mila euro per gli edifici privati. A questo proposito i 5 stelle hanno contestato, ma poi approvato, la decisione del Consiglio dei Ministri che ha varato un decreto per i controlli preventivi per evitare le frodi al superbonus, e introdurre una sorta di prezziario sul costo dei lavori.

800 milioni di frodi sul Bonus edilizio

(di Massimo Alberti)
800 milioni in qualche mese su 19 miliardi. 5 volte, per capirci, del reddito di cittadinanza preso senza requisiti. A tanto ammontano le frodi sul superbonus edilizio. Non solo fatture gonfiate, prezzi pompati per far più felici utenti ed imprese, ma soprattutto complesse frodi finanziarie legate il ricorso a crediti d’imposta fittizi, originati dalla cessione del credito o dallo sconto in fattura. L’allarme è arrivato da capo dell’agenzia delle entrate Ernesto Mario Ruffini. Numerose cessioni di crediti inesistenti soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati, spesso intestati a persone inconsapevoli, crediti fittizi poi oggetto di “di movimentazioni” e alla fine ceduti a intermediari finanziari e quindi riciclati” spiega Ruffini, operazioni raffinate di cui non si esclude, vista la complessità, un ruolo delle mafie. Insomma il meccanismo senza controlli faceva acqua e ora si corre ai ripari. Su una misura regressiva, aiuta più chi può spendere di più, che in generale ha creato diversi problemi. Come appunto la speculazione sul costo delle materie prime e la loro scarsità – non si trovano più ponteggi- lamentano molti, e l’ingresso nel settore edile di soggetti impreparati che si sono buttati nell’affare. I dati dell’ Ance, l’associazione costruttori, indicano che il 90% delle imprese ha meno di 500mila euro di fatturato e 2,6 dipendenti di media. Il che vuol dire che in quel settore si è inserito di tutto con ampie quote di lavoro nero. Con i connessi rischi per la sicurezza sul lavoro: nei primi 8 mesi del 2021 gli infortuni sono cresciuti del 18%, i morti di quasi il 20. 72 in 8 mesi, due alla settimana.

E proprio oggi a San Quirico, sulle alture di Genova. Un operaio è morto mentre lavorava in un cantiere. L’operaio, 48 anni, è rimasto schiacciato da grossi tubi che si sono staccati da una gru che li stava spostando. Dalle prime informazioni si sarebbe rotta una cinghia che li ha fatti cadere.

Rispetto alla prima bozza della manovra cambiano le regole per Opzione donna, che viene prorogata senza innalzare i requisiti a 60 anni, e per il reddito di cittadinanza. I beneficiari ritenuti idonei al lavoro dovranno recarsi ogni mese al centro dell’impiego, il calo del sussidio arriverà dopo il primo rifiuto di un lavoro che potrà essere entro 80 km o 100 minuti di mezzi pubblici dalla residenza, la perdita dopo il secondo rifiuto ad un’offerta in tutta Italia della durata minima di 3 mesi, anche part-time a 500 euro al mese. Una norma “assurda e punitiva” l’ha definita il comitato di esperti che ha lavorato sul reddito. L’altra novità emersa oggi è il licenziamento di 2500 navigator, che saranno sostituiti dalle agenzie interinali private, e che per ogni assunto intascheranno il 20% dell’incentivo previsto per il datore di lavoro. Giulia Elisa Martinozzi è navigator e curatrice del libro “Navigator a vista”, edito da Mimesis, che racconta le loro storie.

L’appello della Ocean Viking

La Ocean Viking, nave della ONG Sos Mediterranee con 306 migranti a bordo, è in grave difficoltà nel mar mediterraneo. “Altra notte di tempesta con onde alte due metri – si legge sul profilo Twitter della ONG – Coperte grondanti e teli antipioggia in esaurimento: i naufraghi battono i denti per il freddo. Serve subito un porto sicuro“.

Alessandro Porro, sulla nave, ci ha inviato questo appello

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Foto | Le proteste a Glasgow, il 9 novembre 2021

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    “Di questa infamità vergognosa noi, spettatori spesso indifferenti, siamo del tutto colpevoli”. Sono le parole con cui Dario Fo, dieci anni fa, raccontò la storia di Ion Cazacu, ingegnere romeno immigrato in Italia per lavorare in nero come piastrellista a Gallarate. Ion Cazacu, il 14 marzo del 2000, 25 anni fa, fu cosparso di benzina e bruciato vivo dal suo datore di lavoro. Cosimo Iannece, il padrone, rispose così alle continue richieste di Cazacu di avere una paga dignitosa, un contratto regolare, per sè e per i suoi compagni di lavoro. Cazacu morì il 14 aprile 2000 dopo un mese di agonia per le ustioni gravissime che aveva su tutto il corpo. Iannece alla fine di tutto l’iter processuale fu condannato a 16 anni, dopo che in primo e secondo grado le condanne furono a 30 anni. Della storia di Ion Cazacu, dello sfruttamento schiavistico a cui fu sottoposto, si occuparono negli anni anche Franca Rame e Dario Fo. Florina Cazacu, figlia di Ion, è stata ospite di Pubblica, oggi. Insieme a Fo, Florina Cazacu ha scritto un libro che è anche un atto di denuncia contro lo sfruttamento, le violenze sul lavoro. Il libro si intitola: «Un uomo bruciato vivo. Storia di Ion Cazacu» (Chiarelettere 2015).

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