La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha deciso: la sentenza “Roe v. Wade” del 1973 è stata abolita. L’aborto negli USA non sarà più riconosciuto un diritto a livello federale.
Basandosi su una reinterpretazione del XIV emendamento, quasi 50 anni fa la Corte Suprema stabilì che le donne che avessero deciso di abortire fino alle 23 settimane di vita del feto, limite oltre il quale può sopravvivere al di fuori dell’utero, avrebbero goduto della protezione costituzionale.
Oggi invece la Corte, composta da 6 giudici conservatori su 9, ha deciso che da questo momento in poi toccherà ai singoli Stati decidere come regolamentare l’interruzione di gravidanza all’interno della propria giurisdizione. La decisione darà progressivamente il via libera a tutte le recenti leggi elaborate da governi statali a trazione repubblicana, le cosiddette “trigger laws”, emanate mesi fa ma che sarebbero entrate in vigore solo dopo l’abolizione della Roe v. Wade.
Molte vietano, equiparano ad omicidio o ostacolano l’interruzione di gravidanza. Come quella del Texas, che inizierà a venire applicata tra 30 giorni e che stabilisce il divieto di aborto in qualsiasi caso, fatta eccezione per l’eventualità in cui la vita della partoriente fosse a rischio o per gravi malformazioni del feto. I medici che dovessero contravvenire invece rischieranno l’ergastolo e multe fino a 100mila dollari. A seguito di questa decisione, circa 25 Stati su 50 potrebbero decidere di rendere illegale l’aborto.
Per tutelare il diritto delle donne americane di interrompere una gravidanza sarebbe stato necessario codificare a livello federale l’aborto. Il “Women’s Health Protection Act” promosso dai democratici, un disegno di legge che avrebbe di fatto mantenuto l’aborto legale in tutto il Paese, era stato approvato alla Camera. A marzo però il progetto non era riuscito a raccogliere in Senato i 50 voti necessari per l’approvazione.
La decisione che la Corte Suprema ha ufficializzato non rappresenta soltanto un ritorno al passato pericoloso che potrebbe avere effetti anche in altre parti del mondo: la sentenza avrà conseguenze concrete sulla vita di centinaia di migliaia di donne, soprattutto quelle più povere che non potranno spostarsi negli Stati dove l’aborto rimarrà legale e sicuro.
di Eleonora Panseri