La sera di domenica 8 settembre, mentre allo Stadio di Francia di Saint-Denis, gremito di pubblico e atleti, la campionessa paralimpica francese di boccia Aurélie Aubert soffiava sulla fiamma olimpica simboleggiando la fine dei giochi, al jardin des Tuileries, a Parigi, la coppia non vedente Amadou et Mariam ai piedi della vasca olimpica partecipava alla chiusura di sette settimane di gare interpretando Je suis venu te dire que je m’en vais, una canzone del ‘73 di Serge Gainsbourg diventata un classico, con versi che in parte riprendono quelli della Chanson d’automne di Paul Verlaine: per l’occasione Amadou et Mariam, con Amadou alla chitarra, erano accompagnati da un quartetto d’archi; pure nell’ambito dei giochi paralimpici, sabato 7 invece Amadou et Mariam si erano esibiti come vedettes di un grande concerto al Club France della Grand Halle de la Villette, sempre nella capitale francese. C’è da scommettere che la loro ripresa della canzone di Gainsbourg in una circostanza così importante impreziosirà qualche loro futura uscita discografica: nell’attesa, il 6 settembre, è stato pubblicato in digitale, doppio cd e doppio vinile La Vie Est Belle, un best of ma comprendente anche novità e inediti, fra cui la canzone che gli dà il titolo, prodotta dal DJ londinese The Busy Twist, già apprezzato per i suoi remix di musica angolana e congolese. Amadou et Mariam non sono nuovi ad album antologici: nel 2005 era stata pubblicata la raccolta 1990-1995 – Le Meilleur des Années Maliennes – disponibile anche come box di cinque cd col titolo L’Integrale des Années Maliennes – che ripercorreva gli anni di avvio del loro sodalizio, prima dell’inizio del successo internazionale. Questa volta il florilegio riguarda gli ultimi due decenni, quelli a partire da Dimanche à Bamako, l’album del 2004 prodotto da Manu Chao, e realizzato con la sua collaborazione, che dalla prima notorietà fuori dall’Africa occidentale conquistata negli ultimi anni novanta (Radio Popolare li aveva presentati ad Extrafesta nel 2000) li portò al grande successo internazionale: vent’anni dopo, l’amicizia con Manu Chao non si è esaurita, e il suo nome compare come autore di Mogolu, una delle novità di La Vie Est Belle: uscito come singolo in aprile, Mogolu – che in lingua bambara significa “gente” – sta ottenendo parecchio successo sulle piattaforme, anche grazie al traino di un vidoclip girato a Dakar, con la partecipazione di Akamz, ballerino francese che vanta più di 24 milioni di follower su TikTok. Mariam Doumbia ha sessantasei anni; Amadou Bagayoko, che fra il ‘74 e il ‘78 era negli Ambassadeurs, una delle grandi formazioni maliane dell’epoca, in ottobre compirà settant’anni; fra i loro successi, anche un matrimonio che dura da quarantaquattro anni, e da cui sono nati tre figli. Ma la loro musica riesce ancora a entrare in comunicazione con le nuove generazioni, come dimostrano i remix di cui è oggetto e le collaborazioni con rapper, spesso americani di origini africane, di cui anche questa raccolta testimonia. Dopo i concerti dei giorni scorsi a Parigi, Marsiglia e Amsterdam, nelle prossime settimane e mesi Amadou et Mariam saranno in tournée in Europa, tra Slovenia, Francia, Svizzera, Irlanda, Spagna e Olanda: nessuna data è annunciata in Italia.
La vie est belle, l’album antologico della coppia maliana Amadou e Mariam
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Autore articolo
Marcello Lorrai