In queste ore sono tanti i film già visti che ritornano a essere proiettati. La circolare interpretativa del Viminale. La polemica sui runners. Le veline delle Prefetture sulle multe ai cittadini che non indossano la mascherina. Sembra, dal punto di vista della comunicazione politica del governo, di essere ritornati a marzo.
E non è un caso. È una strategia.
Esattamente come a marzo, accanto ai decreti del Governo arrivano le circolari interpretative del Ministero dell’Interno. Ed esattamente come a marzo le interpretazioni danno un ulteriore giro di vite ai comportamenti individuali.
Ballare è vietato e i bar, pub e ristoranti che dovessero allestire gli spazi per il ballo saranno multati, scrive il Ministero degli Interni.
La mascherina deve essere indossata anche se si fa attività motoria. Se si va in bicicletta, ad esempio. Esentati dall’obbligo della mascherina sono coloro che fanno attività sportiva vera e propria e solo in quel momento. E chi va a correre? Per ora, sono circolate interpretazioni differenti. Fino alla precisazione del Viminale. Se corri, togli la mascherina. E quando ti fermi? Quando ti fermi a logica la rimetti.
Che si stia alzando il livello di tensione lo si comprende anche dal fatto che le Prefetture tornano a sottolineare l’attività di controllo e repressione. Decine le notizie di multe per chi non indossava la mascherina, in tutta Italia, nelle ultime ore. O per chi stava fuori dal bar senza rispettare la distanza. Multa anche alla signora di 80 anni che si è attardata a rimettere la mascherina dopo avere bevuto il caffè.
Siamo a marzo. Ai margini di ambiguità, al Governo che smentisce le versioni del nuovo decreto che per ore sono circolate. Al Viminale che fa la parte del poliziotto cattivo.
Alla fine il messaggio che passa in via indiretta è: state a casa, che è meglio. Come subito prima del lockdown di primavera.