Salvini aspetta. Dal fortino del Friuli attende di conquistare un’altra regione con i voti che andranno soprattutto per il suo partito, più che a Forza Italia e da lì attende ciò che ritiene il fallimento del tentativo di Di Maio e di Martina di fare un governo.
Pensa che non riusciranno ad avere successo e avrà nel suo arco altre frecce, anche quelle del tradimento dei Cinque stelle, accusati di incoerenza, mentre lui ancora oggi, alla vigilia del voto in Friuli assicura di essere leale a Berlusconi. Gioca ancora a fare campagna elettorale, aspettando: si dice pronto a tornare a discutere con i Cinque stelle, ma anche prontissimo a continuare la sua campagna per il voto in autunno, non avrà nulla da perdere in quel caso, anzi solo da guadagnarci, a danno invece di Berlusconi, che vede come una minaccia il ritorno al voto.
Due obiettivi completamente diversi, due idee di governo differenti: Berlusconi non ha fatto nulla per nascondere la sua avversione nei confronti dei grillini, i quali l’hanno ripagato minacciando di fare una vera legge sul conflitto di interessi contro le sue aziende.
Per la Lega invece il Movimento è l’interlocutore numero uno. Per ora Salvini nega di voler rompere con Berlusconi lunedì, e cioè quando avrà sventolato i risultati di Fedriga, che potrebbe diventare presidenti della Regione Friuli soprattutto con i voti dei leghisti.
“Se Berlusconi si accorge solo ora che la Lega è forte ben arrivato”, dice dal Friuli Salvini, confermando che la leadership della coalizione è sempre di più la sua, ma ancora gli manca un piccolo passo, scegliere se andare al governo ora con Di Maio, voltando le spalle al Cavaliere o aspettare il prossimo turno. Perché Salvini è convinto che la definizione di una maggioranza in Parlamento passerà ancora da lui.