Approfondimenti

La storia a lieto fine del giovane lupo Arvo. Intervista al dottor Marcianò

Il giovane lupo Arvo

L’ultima puntata de Considera l’Armadillo è stata dedicata alla commovente storia a lieto fine del lupo Arvo, un giovane esemplare rinvenuto in fin di vita la notte di Capodanno nel Cosentino, investito da un’automobile e lasciato moribondo sul ciglio della strada.

Due cittadini, Giuseppe e Maria, si sono fermati per prestare soccorso, hanno avvicinato il lupo e sono rimasti in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine in quel punto della strada statale 107 all’altezza del bivio per San Pietro in Guarano.

Grazie al coordinamento delle forze dell’ordine e dei due soccorritori si è deciso di portare il lupo moribondo nella clinica Vetlife di Cosenza, come raccontato dal dottor Antonino Marcianò a Cecilia Di Lieto:

Queste persone, che non smetteremo mai di ringraziare, hanno avuto buon cuore e una grande dose di coraggio. Si sono fermate e hanno subito avvertito le forze dell’ordine, che sono intervenute in modo tempestivo e hanno contattato la nostra clinica.
Lì il collega di turno è riuscito a stabilizzare il giovane lupo, un maschio di 40 chilogrammi.

Il lupacchiotto è giunto in clinica con un trauma cranico ed edema cerebrale, impossibilitato a muoversi. È stato stabilizzato dal medico di turno, ma è rimasto per circa tre giorni prima in condizione di assoluta immobilità: riusciva a muovere soltanto la testa e gli arti interiori.

Fortunatamente non c’erano lesioni al midollo e grazie alle terapie si è rimesso in piedi in fretta. Durante la permanenza in clinica Arvo ha sempre mantenuto l’atteggiamento tipico degli animali selvatici. Si era reso conto di essere in una condizione di inferiorità ed ha sempre avuto un timore reverenziale nei nostri confronti. Con le giuste precauzioni ci ha lasciato fare quello che dovevamo fare, ma per i primi giorni non ci guardava neanche negli occhi. Piano piano è iniziata a nascere una sorta di fiducia reciproca, soprattutto quando ha deciso di alimentarsi.

È stato il filetto di cinghiale a risvegliare l’appetito del giovane Arvo, il cui nome è stato scelto proprio dal dottor Marcianò su consiglio del presidente del Parco Nazionale della Sila in onore del fiume e del grande lago che si trovano nel Cosentino.

I medici della struttura di Cosenza hanno sempre rispettato la natura dell’animale selvatico, dal fornirgli cibo che non fossero crocchette per cani al mantenere al minimo il contatto diretto col lupo:

Lo abbiamo sempre monitorato con le telecamere. Durante il giorno era un tipo di animale e durante la notte di trasformava. Ha distrutto tutto quello che poteva distruggere!

I miglioramenti nella salute di Arvo sono stati costanti nel corso dei pochi giorni successivi. Dopo l’arrivo di un radiocollare fornito dal Parco nazionale della Majella, per il giovane Arvo è giunto il momento di tornare in libertà:

Io sognavo ogni notte il momento in cui l’avrei rilasciato, immaginavo una corsa velocissima verso la libertà, ma così non è stato. Arvo si è allontanato molto lentamente una volta aperta la gabbia, anche a causa dell’anestesia che gli era stata fatta. Ha mosso in modo incerto i primi passi e poi è fuggito nella direzione opposta a quella che avevamo auspicato. Non è stata proprio una partenza cinematografica, ma i dati del radiocollare ci hanno rincuorato fin da subito.

Il lavoro della clinica si è concluso lì, ma gli spostamenti del giovane Arvo sono tenuti sotto controllo proprio grazie al radiocollare.

Foto dal profilo Facebook del dottor Antonino Marcianò

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