Domani gli spagnoli saranno chiamati a votare per la seconda volta in sei mesi. Ma la Spagna è in campagna elettorale da più di un anno. Da quando Podemos, nel maggio scorso, ha conquistato le principali città spagnole: Madrid e Barcellona.
Il partito degli indignados sembra inarrestabile e Unidos Podemos (la coalizione formata con gli ex comunisti di Izquierda Unida) potrebbe superare il partito socialista. La campagna elettorale è stata molto dura e ha visto tutti i principali leader politici uniti contro Pablo Iglesias, il candidato di Podemos.
Se per l’ex premier conservatore Mariano Rajoy “la Spagna non è il Venezuela”, per il segretario socialista Pedro Sánchez è impossibile fidarsi d Podemos.
Anche da queste elezioni uscirà un parlamento frammentato in quattro grandi forze politiche, come quello che ha impedito la nomina di un premier nei mesi scorsi. Ma stavolta i partiti dovranno mettersi d’accordo: la Spagna non può più prolungare il vuoto di potere che va avanti dal novembre scorso.
“Il panorama è pessimo e le cose vanno sempre peggio”, dice un abitante di Lavapiés, il quartiere popolare e multietnico della capitale spagnola. Qui Podemos è il primo partito. Per José Luis, un cinquantenne seduto in una terraza, la Spagna è ingovernabile. “Manca volontà politica”, aggiunge dicendo che voterà Podemos: “È l’unica opportunità per mettere fine al governo di Rajoy e della sua gentaglia”. Gli fa eco un pensionato, Pablo, che metterà la “X” sulla casella degli indignados “non per le sue promesse, che saranno difficili da compiere. Ma per quello che ha già fatto: smuovere la porcheria della Spagna”.
Con la crisi economica, gli spagnoli sono tornati a interessarsi di politica. Per Ana, assistente sociale, “le proposte per migliorare la Spagna esistono. È ora di metterle in pratica”.
Dopo diverse interviste con gli abitanti di Lavapiés, nessuno sembra intenzionato a votare per il Partito socialista. Solo due signore, in là con gli anni, sono convinte che “è meglio il male conosciuto”, riferendosi all’ex premier conservatore Rajoy. Credono che neanche queste elezioni serviranno a riportare la stabilità: “La Spagna tornerà al voto presto, per la terza volta – dicono – perché i partiti non saranno capaci di mettersi d’accordo per formare un governo”.
In queste ultime ore di campagna elettorale i sondaggi sono proibiti. Ma per farsi un’idea del comportamento degli indecisi, gli occhi sono puntati sul “mercato della frutta” di Andorra. Un sondaggio pubblicato su Twitter che, per evitare la censura, ha trasformato i partiti in frutta, ortaggi e liquidi. Cosí il Partido Popular diventa l’acqua per il suo colore, il blu. Podemos si trasforma in una melanzana, e i socialisti sono rappresentati dalle fragole., Secondo il mercato della frutta di Andorra, l’acqua rimane il prodotto più caro, mentre melanzane e fragole sono vendute allo stesso prezzo.