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Passate le regionali, ci aspettano 15 mesi senza appuntamenti elettorali: il prossimo sarà per le europee, nel maggio del 24
Un anno abbondante in cui governerà la destra, rafforzata dal voto di domenica e che può sfasciarsi solo in caso di grave peggioramento della guerra in Europa, altrimenti non ha ostacoli.
Questo vuol dire, allo specchio, che il campo del centrosinistra ha 15 mesi per darsi un’anima, un progetto, un buon motivo per riportare alle urne i suoi ex elettori.
Elemento fondamentale di questo campo, piaccia o non piaccia, è il partito democratico, che fra meno di due settimane finalmente avrà una leadership, quindi potrebbe iniziare a uscire dalla paralisi in cui si trova da mesi.
Chiunque vinca, tra Bonaccini e Schlein, avrà il compito difficilissimo di creare una nuova offerta politica, un’offerta che sia in grado di creare, progettualità, visione, modelli di società verso cui tendere, ma soprattutto coinvolgimento, dopo un quarto di secolo in cui a sinistra chi è andato a votare lo ha fatto solo per non far vincere la destra.
Come s’è visto, chiedere il voto per fermare la destra non funziona più. Non è più una motivazione sufficiente per portare alle urne i potenziali elettori di sinistra.
Si spera che il concetto sia chiaro sia a Bonaccini sia a Schlein.
E che chi vince tra i due usi i prossimi 15 mesi non per l’eterna inutile discussione sulle alleanze, ma per costruire un’offerta politica che, almeno un po’, incontri la domanda. E che quindi convinca, almeno un po’, le persone ad andare a votare