La storia di Urban Bike Messengers comincia qualche anno fa, quando Roberto, dopo un viaggio a New York, decide di importare a Milano un concetto semplice e innovativo: quello delle consegne in bici. La prima sfida è quella di dimostrare che è un mezzo veloce. Ma è facile, è così. La bici, se in mano a qualcuno di allenato, batte anche gli scooter. Farsi conoscere invece vien da sé. L’idea è nuova e piace, in più Roberto ha dalla sua il passato da giornalista.
La società, portata avanti da tre e poi due soci, cresce velocemente. E con il successo arrivano gli sponsor che contribuiscono ad abbassare i costi di gestione, fornendo il materiale.
Che l’idea fosse buona oggi si vede non solo dal fatto che UBM è ormai una realtà consolidata, ma dal fatto che, un po’ come quel giornale là, vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Cosa che a Roberto fa molto piacere, che più bici in giro sono meglio di meno bici in giro. Comunque.
Poi si arriva al secondo progetto di Roberto, l’Upcycle cafè. Locale dove si mangia e beve e dove la bici rimane protagonista. Di incontri, eventi, chiacchiere. Anche questo, pare, vanta delle imitazioni. Ma in questo caso noi preferiamo l’originale.
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