Era stato sgomberato a dicembre su ordinanza del commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, ma ora i volontari che l’anno scorso hanno accolto oltre 35mila migranti di passaggio nella capitale si stanno riorganizzando: il nuovo Baobab sorgerà nel quartiere Tiburtina, tra la stazione dei treni e quella degli autobus. I volontari vogliono occupare l’ex Istituto Ittiogenico, abbandonato da anni e di proprietà della Regione Lazio, per allestire un nuovo campo di accoglienza.
“Gli sbarchi sulle nostre coste stanno già aumentando, gli hotspot nel Sud Italia già non contengono più i migranti che arrivano, a breve ricomincerà il passaggio di chi attraversa l’Italia verso il Nord Europa”, spiega Andrea Costa, coordinatore dei volontari del Baobab. “Gli esperti ci dicono anche che la chiusura della rotta balcanica dirotterà in Italia i migranti dall’Est”.
Tutti gli elementi sul tavolo indicano che tra poco migliaia di migranti arriveranno nelle maggiori città italiane, in direzione nord Europa. Il tempo per organizzarsi ed evitare che questa diventi l’ennesima emergenza è poco: “C’era tutto il tempo per prepararsi adeguatamente, non è stato fatto. Ancora una volta, accoglienza e corridoi umanitari saranno organizzati dal basso”.
L’ex Istituto Ittiogenico comprende due grossi edifici, al momento inagibili, e un ampio spazio dove nel frattempo può essere allestito un vero e proprio villaggio, con tanto di ospedale da campo. Le grosse associazioni come Save the Children, Emergency, Arci, perfino l’Unhcr, hanno già dato la loro disponibilità a collaborare e partecipare. Chi non ha mai risposto al progetto sono invece le istituzioni. Ma l’urgenza di accogliere degnamente chi è già in viaggio verso l’Italia è più forte della paura di nuovi sgomberi: “Se le autorità decideranno di cacciarci si dovranno prendere la responsabilità delle loro azioni: noi continuiamo a ribadire che a Roma non ci sono, ad oggi, strutture adeguate ad accogliere migranti transitanti”, continua Costa “Già oggi basterebbe l’arrivo di un treno con 40 migranti e la città non sarebbe in grado di gestirli”.
I volontari del Baobab non si stanno però solo occupando di prepararsi all’accoglienza, ma hanno lanciato un appello a livello nazionale per la creazione di una rete dal basso, perché l’esperienza dell’estate 2015 ha mostrato loro che, anche senza il sostegno delle autorità, cittadini e associazioni possono garantire la sicurezza dei migranti negli spostamenti. “Da Roma informavamo Bolzano dicendo che 40 migranti, tra cui 20 uomini, 10 donne, 10 bambini, erano diretti là; da un lato i volontari si preparavano ad accogliere chi stava arrivando, dall’altro potevamo verificare che tutti arrivassero a destinazione”. Per creare questa rete a Roma sono stati invitati attivisti e volontari da tutta Italia per una tre giorni, dal 29 aprile al 1 maggio, intitolata Pensare migrante. Tra gli obiettivi: decidere insieme un piano d’azione, costruire i corridoi umanitari e sviluppare azioni per continuare a porre il tema della sicurezza dei migranti alle istituzioni italiane. Che intanto stanno solo a guardare.
Ascolta l’intervista ad Andrea Costa andata in onda nella puntata di Periferie del 14 aprile
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