ROMA- Il rischio era quello di un’intervista per nulla scomoda, priva di qualsiasi contributo alla conoscenza delle stragi mafiosi. E puntualmente il rischio si è avverato: Salvatore Riina, il figlio di Totò, ha parlato del padre senza essere mai stato messo in difficoltà.
Ma ciò che stupisce è che è la stessa presidente della Rai a definire insopportabile l’intervista realizzata da Vespa, un’intervista ad un mafioso, aggiunge. Ci si chiede quindi perché non è stata fermata in tempo. E il motivo sembra emergere dalle stesse parole di Monica Maggioni, durante l’audizione in Commissione Antimafia, l’incapacità, cioè, di avere un potere di controllo e di censura su ciò che Vespa manda in onda.
Le parole di Antonio Campo dall’Orto, direttore generale della Rai, appaiono disarmanti. In carica da quasi un anno, dice che si è “in una fase di transizione, prima ci si è occupati delle testate giornalistiche, da settembre in poi, annuncia, bisognerà occuparsi dei contenuti delle trasmissioni, bisognerà decidere insieme, promette”.
Per ora quindi i vertici Rai hanno subito le decisioni, e gli interrogativi il giorno dopo l’intervista sono ancora più inquietanti. Rosi Bindi, la presidente della Commissione Antimafia, si chiede se nel corso dell’intervista il figlio di Totò Riina abbia inviato messaggi pericolosi inquietanti: Salvo Riina afferma che nessun pentito ha fatto un giorno di carcere e nessuna smentita è arrivata tempestivamente da Vespa, portando ad esempio il caso di Brusca.
Il presidente del Senato Pietro Grasso già critico prima, ora ribadisce la sua contrarietà: nessun contributo è arrivato da quell’intervista e rivela che normalmente la liberatoria per un’intervista viene firmata prima, o almeno per lui è così. Salvo Riina l’ha firmata dopo, solo dopo aver rivisto l’intervista da mandare in onda. Ed infine, la puntata successiva di Porta a Porta, con esperti e famigliari di vittime della mafia, definita da Rosi Bindi riparatrice. Un fatto grave, spiega, perché fa passare il messaggio di una par condicio tra la mafia e la lotta alla mafia.
Anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto, ucciso dalla mafia, ha commentato in modo duro la trasmissione andata in onda su Rai 1.