La parola che preoccupa di più Giorgia Meloni non è “Salvini”. La parola che la preoccupa di più è “bollette”.
Se fino a oggi è stata quasi sempre in silenzio, se per la prima volta da quando ci sono le elezioni libere un partito che vince non festeggia, se assistiamo a tutta questa esibizione di basso profilo, probabilmente non è perché ci sono problemi con la formazione del nuovo Governo, le liti con l’ancora leader leghista e queste cose.
Probabilmente il basso profilo è la consapevolezza che saranno guai seri, una volta insediata a Palazzo Chigi. Le bollette aumenteranno ancora di circa il 60%. La Germania ha fatto una mossa che piacerebbe tanto fare a qualsiasi sovranista, mettendo 200 miliardi di euro in sussidi e aiuti. Solo che il sovranista senza soldi da spendere in quel modo rischia di essere un sovranista morto e Meloni lo sa che di soldi da spendere ce ne sono pochi, tanto è vero che ha detto e ripetuto che lo scostamento di bilancio non si può fare.
Dice di averne parlato con Berlusconi. Ma non è Berlusconi la persona in cui lei confida. È Draghi.
“Sul caro energia siamo in costante contatto con il Governo uscente” aveva detto sabato. Circola un meme in queste ore: Meloni chiede a Draghi la password e Draghi risponde che la password è “mosoc…tua”.
Il ministro della transizione ecologica Cingolani ha annunciato la presentazione del piano italiano contro il caro gas entro domani. Verrà portato al vertice europeo del 6 e 7 settembre a Praga. La prima e principale tifosa di Cingolani è lei, la silente Giorgia Meloni.