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La pace? Dipende anche da noi

Non ci si deve rassegnare. Alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione. Se ogni giorno ci scuotono le immagini di Aleppo, o quelle dei migranti che scappano dai conflitti, il rischio è quello di sentirsi impotenti. E per questo rinunciare a qualsiasi impegno per cambiare le cose. E’ questo il messaggio che la marcia Perugia-Assisi vuole comunicare: mettiamoci in gioco, insieme, per creare un’alternativa.

Oggi verranno da 466 città a piedi, in bicicletta, in auto, in treno, in autobus. E lo faranno da più di 100 scuole, da numerose associazioni e organizzazioni, anche per essere accanto ai ragazzi di Amatrice che marceranno insieme agli altri. Il programma della manifestazione prevede la partenza dal capoluogo umbro nella mattinata per raggiungere Assisi. In tutto 24 chilometri ripercorrendo la “via della nonviolenza”, tracciata durante la prima edizione del 1961 da Aldo Capitini.

“Niente accade per caso – sottolineano gli organizzatori – così come la maggiore parte delle violenze odierne sono il risultato delle nostre scelte economiche, sociali, collettive e individuali, abbiamo tutti ilpotere, dunque il dovere, di creare pace facendo venire meno le cause di queste violenze”.

La 21° marcia della pace si aprirà con la presenza della famiglia di Raffaella Presta, vittima di femminicidio, per testimoniare che la violenza non appartiene solo alla guerra.

Flavio Lotti è una figura storica del pacifismo italiano e uno degli organizzatori della marcia fin dalla sua prima edizione.

Ascolta l’intervento di Lotti ai nostri microfoni

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    Redazione
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    Sembrano superati gli ostacoli, o perlomeno quelli principali, che nelle scorse ore avevano causato dei timori sull’applicazione dell’accordo annunciato ieri, e che dovrebbe entrare in vigore domenica. Nel tardo pomeriggio da Israele è arrivata notizia che domattina il governo voterà sul patto, dopo che la riunione prevista oggi era stata rinviata, e anche una fonte di Hamas ha dichiarato che i problemi sono stati risolti. Stamattina dall’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu era uscito un comunicato in cui si accusava l’organizzazione palestinese di voler cambiare l’intesa a proprio favore. Hamas da parte sua ha smentito. Dopo l’annuncio dell’accordo gli attacchi israeliani sono continuati, causando ancora 81 morti secondo le autorità della Striscia. Hamas ha anche sostenuto che l’esercito di Tel Aviv abbia preso di mira un luogo in cui si trova una donna che dovrebbe essere liberata nella prima fase della tregua, insieme ad altre 32 persone prese in ostaggio nell’attacco del 7 ottobre 2023. Al confine sud di Gaza intanto si stanno ammassando i camion di aiuti umanitari in attesa di poter entrare. Sami è un cittadino palestinese che vive nella Striscia.

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    Il raggiungimento dell’accordo per un cessate il fuoco a Gaza è stato celebrato ovviamente anche dai Palestinesi della Cisgiordania, ma per loro il timore è che proprio la Cisgiordania sia stata data in pasto alla destra israeliana per farle digerire la tregua nella striscia. A Jenin Martina Stefanoni ha raggiunto Ahmad Odeh, cittadino palestinese.

    Clip - 16-01-2025

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    Esteri di giovedì 16/01/2025

    - Il giorno dopo l'annuncio della tregua nella striscia di Gaza Israele continua a bombardare. La popolazione accoglie la notizia tra gioia e paura. (Mohammad, da Gaza) - Il governo israeliano non ha ancora firmato l'accordo. Netanyahu rimanda la riunione per la ratifica dell'intesa nel tentativo di placare l'estrema destra (Erica Salerno) - I palestinesi della Cisgiordania temono che proprio la Cisgiordania sia stata data in pasto alla destra israeliana per farle digerire la tregua nella Striscia. (Ahmad Odeh, da Jenin) - Marjan Satrapi rifiuta la Legion d'Onore francese denunciando "l'ipocrisia" di Parigi nei suoi rapporti con l'Iran. (Farian Sabahi) - Stati Uniti. I giornali americani si preparano alla presidenza di Donald Trump (Roberto Festa) - World Music. Musica e musicisti tra le vittime di 15 mesi di guerra a Gaza (Marcello Lorrai)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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