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Tagli alle tasse per i più ricchi. Tagli alla spesa sociale, in particolare alla sanità. Con il voto di ieri alla Camera, si sta definendo la politica dei repubblicani nell’era di Donald Trump. La legge di budget che il GOP ha fatto passare appunto alla Camera è stata un passo importante in questo senso, anche se non è stato un passo facile. Fino all’ultimo, non è stato chiaro se Mike Johnson, lo speaker della Camera, aveva i voti necessari per far passare la misura. I repubblicani più moderati erano preoccupati per tagli troppo consistenti alla spesa. I repubblicani più conservatori non erano convinti che i tagli fossero sufficienti. Alla fine c’è stata solo una defezione, quella del repubblicano del Kentucky, Thomas Massie, e il GOP ha portato a casa l’approvazione della misura con una maggioranza risicatissima, 217 contro 215, hanno votato contro, ovviamente, tutti i democratici. Molti repubblicani, anche se molto dubbiosi sulla misura, hanno preferito rispettare la disciplina di partito, e la volontà di Trump, in quella che era la prima occasione importante per loro, di fronte agli elettori, dall’entrata in servizio del nuovo Congresso.
Allora, la legge è una sorta di manuale dei desideri economici repubblicani di sempre. Si prevedono 4500 miliardi di dollari di tagli alle tasse, e 2000 miliardi di tagli alla spesa sociale. Proprio per non scoperchiare malumori e dissensi, si è preferito non definire nulla. Nel senso, che non si sa a beneficio di chi andranno i tagli fiscali, né dove verranno operati i tagli alla spesa sociale. Anche se, da questo punto di vista, ci sono pochi dubbi. I tagli alle tasse andranno a vantaggio dei più ricchi, come era già successo durante il primo mandato Trump. Le sforbiciate più consistenti saranno quelle al Medicais, l’assistenza sanitaria per i più poveri, che in questi anni è andata crescendo, con servizi cogestiti da governo federale e Stati. Questo significa dunque una cosa. Che circa 20 milioni di americani, i più poveri, si vedranno tagliati servizi sanitari essenziali, a meno che gli Stati non subentrino mettendo i soldi che il governo federale non mette più. La legge di budget deve ora passare al Senato, che sta valutando una propria misura, diversa da quella approvata ieri dai repubblicani della Camera. Ci saranno quindi altri negoziati, possibili compromessi e modifiche delle proposte originarie, ma il senso di quanto sta succedendo è molto chiaro. La macelleria sociale dell’era Trump è iniziata.