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La Lega attacca le donne in nome del decoro

È solo una questione di decoro“.

Così l’assessore alla sicurezza di Novara ha spiegato le nuove norme del regolamento di Polizia Urbana. In realtà dietro al concetto rassicurante e piccolo borghese di decoro c’è un insieme di valori che i leghisti vogliono restaurare e altri che vogliono accantonare. Non si potrebbe spiegare diversamente il disincentivo alla bicicletta, in una città che si trova nell’area più inquinata d’Europa, la pianura padana. (Vietare di agganciare le bici ai pali in mancanza di installazioni massicce di rastrelliere significa voler lanciare il messaggio che il mezzo ecologico è da poveracci). Oppure il tentativo di mettere un argine alla socialità, impedendo alle persone di aggregarsi davanti ai locali pubblici.

Tutti a nanna presto, in particolare le donne, che preferibilmente potrebbero evitare di uscire. E se lo fanno, si vestano in modo da non offendere il comune senso del pudore. Parole di un’altra epoca, che vogliono oscurare il tema che con forza sta emergendo nel dibattito pubblico, quello della violenza maschile sulle donne. Ci sono cose che non sono scritte nel regolamento, ma che sono pericolose per quello che evocano.

Suggerire che ci sia un legame tra modo di vestire e stupri, imponendo alle donne un abbigliamento consono per prevenirli, significa normalizzare la violenza e rivittimizzare chi la subisce. Un meccanismo duro da scardinare. E poi la norma andrà a colpire le prostitute, donne “troppo libere”, nel senso comune leghista, ma in realtà spesso prigioniere della tratta e del mercato dello sfruttamento alimentato dagli uomini – 8 milioni di clienti italiani – tra cui senz’altro molti novaresi. Ma non averle sotto casa è l’obiettivo del cittadino, di cui dice di farsi portavoce l’amministrazione.

E che dire dei Pride o delle soggettività non eterosessuali? Cozzeranno contro il comune senso del pudore novarese? C’è da scommetterci. Norme inapplicabili ma che lanciano messaggi propagandistici difficili da equivocare.

Verrà elevata qualche sanzione da diverse centinaia di euro, che sarà ripresa dai giornali e così l’ideologia si alimenterà.

Multarne uno per educarne cento.

  • Autore articolo
    Chiara Ronzani
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