La nuova coalizione c’è, Angela Merkel resta cancelliera. Tutto quindi come quattro anni fa? Non proprio.
Così scrive lo Spiegel Online. Che dice: Un ministero delle Finanze in mano alla SPD e Martin Schulz ministro degli Esteri possono dare una nuova direzione al governo. Schulz, dice lo Spiegel Online, darà un’accelerata alla politica europea tedesca, con tutta la passione che manca ad Angela Merkel.
Il leader socialdemocratico ha annunciato di voler lasciare la guida del partito dopo il voto della base sull’accordo di coalizione. Al suo posto, l’attuale capogruppo Andrea Nahles. La quale, scrive Spiegel Online, è la prima donna al vertice della SPD in 153 anni. Assieme al probabile vicecancelliere (e sindaco di Amburgo) Olaf Scholz dovrà portare la SPD fuori dalla crisi. Non tutti i “compagni” (come vengono chiamati i socialdemocratici) però sono contenti, dice l’articolo.
La SPD ha ottenuto sei ministeri nel nuovo governo, tra cui appunto gli importanti Esteri, Finanze, Lavoro e Affari sociali.
Finanze ed Interni erano in mano alla CDU, che ha dovuto lasciarli. “Cosa rimane alla CDU? Angela Merkel” scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, di orientamento conservatore liberale. Ai cristiano-democratici, continua l’articolo, resta ciò che per loro è sempre stata la cosa più importante: la cancelleria. Dove siede Angela Merkel, alla quale nella CDU ancora non c’è alternativa. La cancelliera, continua la FAZ, in due decenni ha rimodellato il partito talmente secondo la sua forma e metodo, che ci si chiede, cosa resterà della CDU quando la Merkel si ritirerà. IL partito, dice la Frankfurter Allgemeine Zeitung, non è preparato.
Meglio non governare che governare male, aveva detto il leader dei Liberali, Christian Lindner, annunciando il fallimento della coalizione Jamaika con Unione e Verdi. Su questa frase gioca il giornale di sinistra Taz, che titola: Meglio governare male che non farlo proprio. “La Grosse Koalition può giustamente non piacere. Al momento è tuttavia la migliore di tutte le cattive opzioni”. Il nuovo governo, continua il giornale, non sarà incosciente, non troppo populista – per questo gli manca la forza – ma professionale. E si, presumibilmente piuttosto noioso. A un Paese, conclude la Taz, può succedere di peggio.