Donald Trump è riuscito a rimodellare e parzialmente ad ampliare il tradizionale bacino elettorale del Partito Repubblicano e a guadagnare così consensi in segmenti dell’elettorato e in alcune aree geografiche del Paese che prima guardavano al Partito Democratico.
Il dato più eclatante è relativo alla percentuale di latini che lo hanno votato: il 25% del campione nazionale. Le motivazioni sono abbastanza chiare: per lo più immigrati di prima generazione, questi elettori sono d’accordo sul pugno di ferro di Trump nei confronti dei nuovi immigrati, la chiusura dei confini e la promessa di deportazioni di massa. Inoltre, altro motivo, questo elettorato proviene per lo più da Paesi cattolici, è conservatore e apprezza le posizioni di Trump sulla questione gender.
Trump ha migliorato dell’8% il suo consenso tra gli uomini sotto i 30 anni, conquistando il 47% di questo segmento dell’elettorato; ha migliorato del 4% dei suoi consensi tra gli uomini tra i 30 e i 44 e ha battuto Kamala Harris tra gli uomini bianchi senza una laurea.
La questione di genere è stata quasi determinante per la sconfitta della candidata democratica. È vero che la maggior parte delle donne americane l’hanno votata, ma Trump ha mantenuto una buona quota del tradizionale voto femminile repubblicano, e ha lievemente migliorato il suo record tra le giovani donne.
Ci sono stati altri fattori: Trump ha guadagnato più consensi rispetto al passato tra gli elettori con un reddito medio sotto i 100.000 dollari, tra color che vivono nelle periferie o anche nelle grandi città (sull’onda della questione immigrazione, a New York ha incrementato i voti). In questo modo ha allargato la tradizionale base elettorale repubblicana, composta, da una parte, dai ceti più abbienti, e dall’altra, dall’America profonda e rurale, rendendola un poco più multietcnica e allargandola ad elettori di fasce sociali più deboli. E questo è un paradosso se si pensa alla politica fiscale a beneficio dei più ricchi che Trump ha fatto nei 4 anni alla Casa Bianca.
Ma mai come in passato, in queste elezioni americane hanno vinto la disillusione e la frustrazione, la percezione alterata della realtà, la voglia di affidarsi all’uomo forte.