Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a Radio Popolare sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da 220 miliardi e il nuovo decreto Ristori che dovrebbe arrivare in Parlamento già giovedì, se Italia Viva non fa cadere il governo.
L’intervista di Claudio Jampaglia a Ora Di Punta.
Questo piano di rilancio rappresenta davvero un’opportunità unica e irripetibile per cambiare l’Italia. È un piano di 200 miliardi, ma in realtà di 300 miliardi se si considerano anche gli interventi previsti dalla legge di bilancio e che sono complementari, penso agli sgravi per le assunzioni di giovani e di donne, agli investimenti o alla fiscalità di vantaggio del Mezzogiorno. È un piano che richiede la partecipazione di tutti gli attori del Paese e da questo punto di vista è fondamentale un coinvolgimento delle parti sociali e della società civile, che noi vogliamo avviare immediatamente dopo il Consiglio dei Ministri per la finalizzazione del piano. Poi bisogna costruire una partnership con questi attori anche nella sua realizzazione.
Lo avete chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Parole che valgono anche per il governo, quindi. È un documento di discordia, di ritrovata unione o di tregua?
Io spero che questo lavoro e questo metodo contribuiscano a rilanciare l’azione di governo, anche perché francamente nel pieno di una pandemia una crisi sarebbe davvero incomprensibile e pericolosa. Noi non possiamo permetterci di limitare la capacità di azione del governo anche di prendere misure straordinarie. Penso ad esempio al prossimo scostamento di bilancio che dobbiamo decidere e realizzare. Noi siamo nel pieno di una pandemia e credo che i cittadini si aspettino un governo che governa e che fa le cose necessarie. Penso che il metodo del dialogo e dell’ascolto sia l’unico possibile.
Noi siamo ovviamente aperti, come abbiamo dimostrato anche in questo passaggio di revisione del piano, e penso e spero che tutti capiranno che creare una situazione di crisi e di confusione sia uno scenario negativo che l’Italia non può permettersi e che i cittadini non comprenderebbero.
Cosa significherebbe adesso una crisi di governo?
Una crisi di governo è uno scenario normalmente pericoloso e lo è maggiormente durante una pandemia. L’Italia non si può permettere una crisi di governo, soprattutto in questo momento. Io voglio essere fiducioso ed ottimista. Sono convinto che tutti avranno a cuore gli interessi del Paese e degli italiani. Non è il momento per litigare. È il momento per risolvere i problemi e anche per rilanciare una strategia comune di legislatura e penso che il metodo che è stato adottato, anche di ascolto e di condivisione, sia il metodo tutto anche per realizzare quel patto di legislatura a cui ha fatto riferimento Nicola Zingaretti. Altri scenari sono scenari i cittadini considererebbero incomprensibili e anche irresponsabili.