La spinta populista, la componente autoritaria della Destra italiana emerge sempre più netta con l’intervista di Ignazio La Russa al quotidiano La Repubblica. Il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, teorizza il superamento della divisione dei poteri, il primato della politica sulla giustizia, la magistratura come strumento al servizio di coloro che conquistano il potere attraverso il consenso elettorale.
Sembra l’Orban del controllo dei giudici da parte del governo, il Netanyahu che, con i partiti dell’ultradestra, voleva cancellare la Corte Suprema israeliana e la sua indipendenza. Se Giorgia Meloni andrà avanti lungo la strada annunciata, la questione degli hotspot in Albania rischia di essere per l’Italia uno spartiacque, oltre che uno stress test per la istituzioni repubblicane. La Presidente del Consiglio, con un colpo solo – il decreto – può mettersi in conflitto con la magistratura, il Quirinale e la giurisprudenza europea. Con l’obiettivo di assoggettare la prima, zittire Mattarella, disinteressarsi dell’Europa.
E, date le premesse, questa sua voglia di oltrepassare il limite, sembra essere ben chiara. È la cultura politica della Destra. Ma è anche il fatto che – di fallimento in fallimento – l’immigrazione rimane una delle poche armi in mano a Meloni per mantenere il consenso del proprio elettorato. La manovra economica sarà senza respiro, se mai il governo troverà i soldi per attuarla. Lo schiaffo – in punta di diritto – dato dai giudici alla sbandierata operazione Albania è stato troppo forte. Quasi un manifesto dell’incapacità di questo governo. Che, in questa lotta per la supremazia della politica, vuole annichilire le istituzioni dello stato che, allo stato attuale, non riesce a controllare.