Ad Atreju arriva Salvini. Sono tutti per lui. Fanno a gara per un selfie col capitano davanti allo stand del panino allo stracotto di frisona. Tajani invece se lo filano solo i giornalisti. Poi Salvini va sul palco e tiene un comizio incendiario contro la sinistra, contro Landini, contro “i 4 anarchici che vogliono bloccare la Tav di cui non abbiamo paura”. Meloni è costretta ad apparire sul palco dopo Salvini accanto a Santiago Abascal, il presidente di Vox, per dire “è amico mio”.
“Secondo a nessuno tranne che a Giorgia” rassicura Salvini, ma poi aggiunge: “Correre per partecipare è roba da sfigati, io corro per vincere”. Sfida lanciata, è una competizione all’estrema destra tra Salvini e Meloni che condizionerà la campagna elettorale mentre si può solo sperare che non impatti troppo sul governo.
Di quello che farà il governo, Meloni non ha parlato. Zero sul patto di stabilità e il Mes, conflitti con l’Europa che si devono risolvere nei prossimi giorni. Nei prossimi giorni verrà approvata anche una manovra economica asfittica. Meloni non ha carte da giocare nella materia economica e finanziaria. E non può vincere il duello con Bruxelles a meno di fare saltare tutto, ed è proprio lì che Salvini cercherà di portarla.
E allora non le resta che il rifugio identitario. Fare figli italiani contro l’immigrazione, il vero tormentone di Atreju 2023, riprendendo il guru Elon Musk. Attaccare la sinistra, attaccare Conte, Schlein, Saviano, perfino Chiara Ferragni. Attaccare i sindacati. Rivendicare cose come il decreto rave e il voto in condotta. Arroccata su questa torre, Meloni urla dal palco che non riusciranno a mandarla via tanto velocemente. Strana postura per chi si sente forte e vincente.