Un’inchiesta che ricevette il Pulitzer, nello stesso anno in cui furono abbattute le Torri gemelle a New York; George Bush era presidente degli Stati Uniti e iniziava l’invasione delle truppe americane in Afghanistan. A Boston nel 2001 l’attenzione era rivolta anche altrove e il buon giornalismo riusciva a portare fino in fondo, senza distrazioni e depistaggi, un caso legato alla pedofilia in parrocchia. Tutto vero.
Una squadra di giornalisti del Boston Globe, guidata da un nuovo direttore esterno arrivato da Miami, è al centro del film Il caso Spotlight di Thomas McCarthy: sei candidature all’Oscar, tra cui miglior film, regia, sceneggiatura originale, montaggio e due degli attori (non) protagonisti Mark Ruffalo e Rachel McAdams. È giusto però citare tutta la squadra di interpreti, che regala al film l’intensità e la suspence che merita: Michael Keaton, Liev Schrieiber, Stanley Tucci.
“Spotlight” è il nome del team di giornalisti che segue questo caso insidioso, legato all’abuso di un cospicuo numero di ragazzini da parte di sacerdoti della parrocchia della città. Violenze portate avanti per anni, coperte dalle alte cariche della Chiesa cattolica e con molte vittime messe a tacere per paura, con processi ancora aperti, prove insabbiate e documenti spariti.
Sulla scia di quel giornalismo, già ammirato in Tutti gli uomini del Presidente (1976) di Alan J. Pakula in cui Robert Redford e Dustin Hoffman ricostruivano con precisione ben documentata il lavoro investigativo dei due cronisti del Washington Post Bob Woodward e Carl Bernstein, sullo Scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon, smascherato nella sua campagna elettorale corrotta e che coinvolgeva Cia e Fbi, ai danni del Partito democratico.
Una ricerca non facile, quella di Spotlight, che lo stesso giornale locale aveva trascurato per anni, per troppe amicizie vicine e importanti, troppo timore di dare fastidio a qualcuno o di ricevere minacce e ripercussioni. Per quel quieto vivere con il potere che spesso silenzia il giornalismo serio e che la squadra in questione decide di intraprendere. Quindi, al via le ricerche dei testimoni, bussando casa per casa, incontrando preti che hanno perso la memoria o che hanno bisogno di raccontare e coinvolgendo l’unico avvocato non corrotto (Stanley Tucci) che, nonostante i depistaggi, porta avanti da anni processi senza sentenze.
Il caso Spotlight è anche un film di genere, che mette insieme momenti thriller e di denuncia, alla maniera di Erin Brockovich di Steven Soderbergh che per fare giustizia si mette in viaggio con lo scopo di portare alla sbarra i responsabili dell’ingiustizia subita da molte persone. O di Insider – Dietro la verità (1999) di Michael Mann con un testimone e un giornalista contro le multinazionali del tabacco. In questo caso sul banco degli imputati c’è la Chiesa di Boston, che spesso al cinema non è ben vista come già ebbe modo di raccontare Clint Eastwood nel 2003 in Mystic River, ambientato però negli anni Sessanta.