Approfondimenti

La bella Italia normale dell’impegno sociale

Sergio Mattarella

C’è un’Italia empatica, civile e coraggiosa; in fondo normale, non contaminata dalla profonda corrente di rancore che irradia la nostra società, un’Italia non eroica, ma esemplare e orientata all’impegno sociale; senza retorica, riesce ad essere concreta, utile. E che è felice di fare quello che fa.

Sergio Mattarella ha premiato 32 cittadini che si sono distinti per il proprio impegno sociale. In questa Italia c’è Romano Carletti. Vive in una zona di montagna, in una piccola frazione del comune di Montemignaio, in provincia di Arezzo. Tutte le mattine accompagna e riprende da scuola Xhafer, un bambino macedone di 7 anni, non vedente dalla nascita. I genitori non possono farlo e allora è Nonno Romano che ogni giorno che Dio manda in terra si fa 60 km in auto tra i tornanti per permettere a Xhafer di seguire le lezioni.

C’è Pompeo Barbieri. Nel 2002 a 8 anni, rimase paralizzato nel crollo della scuola di San Giuliano di Puglia. Un’infanzia rubata, le difficili cure. Ma non si è arreso. Anzi. Ora ne ha 26 e ha fondato l’Associazione di volontariato Pietre Vive per finanziare progetti di rilevanza sociale. Ed è diventato anche un atleta. Nello scorso marzo ha vinto due medaglie d’oro ai Campionati assoluti invernali di nuoto paralimpico.

In questa Italia c’è Angel Micael Vargas Fernandez. Il ragazzo di Lodi che salvò con una presa degna di Gigi Buffon il bambino di 4 anni che stava precipitando dal quarto piano. E Maria Coletti, 50 anni, che ha fondato un’associazione per l’integrazione e la pacifica convivenza nel quartiere di Torpignattara di Roma.

E Rosalba Rotondo, la preside di frontiera di Scampia, responsabile di un Istituto che tra elementari e medie conta oltre 250 ragazzi Rom e che è diventato un presidio dell’inclusione sociale. E Dino Impagliazzo, lo chef dei poveri, 250 pasti gratis a Roma. C’è Marco Giazzi, l’allenatore di Basket giovanile che ritirò la sua squadra perché i genitori in tribuna insultavano l’arbitro della partita che aveva solo 14 anni.

E c’è Emanuela Evangelista, biologa, che si è trasferita in Amazzonia per dare una mano a conservare quella foresta. “L’arco dell’universo morale è lungo, ma tende verso la giustizia” è la famosa frase di Theodore Parker, ripresa poi da Martin Luther King. Questi 32 cittadini, insieme a migliaia e migliaia di altri a noi sconosciuti, sono quelli che sorreggono e indirizzano quell’arco.

Foto | Quirinale

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    Michele Migone
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