Durante un viaggio in Mozambico me la descrissero come una furbona, una che nella vita aveva saputo fare tanto che era l’unica donna africana, e forse nel mondo, ad avere spostato due presidenti.
Si tratta di Graça Machel, vedova del primo presidente mozambicano, Samora Machel, e poi dell’eroe anti-apartheid Nelson Mandela, di cui è stata la terza moglie.
Sarà una furbona, o forse no. Sta di fatto che è stata moglie di due grandi personaggi e che anche ora che non ha più parentele eccellenti ha sposato una causa di tutto rispetto e affronta argomenti che dovrebbero essere i temi sui quali si misura realmente la crescita africana.
Le statistiche sulla lotta alla povertà in Mozambico “nascondono asimmetrie e ingiustizie” – ha detto recentemente – “Bisogna guardare alle differenze geografiche ma anche ai diversi gruppi come bambini, adolescenti, giovani e adulti e all’interno di questi distinguere anche tra maschi e femmine”, ha aggiunto Graça, che nel governo di Samora fu ministro dell’Educazione dal 1975 al 1989.
Non si deve rinunciare alla crescita economica, ha spiegato la ex ‘first lady’ durante una conferenza a Maputo, “ma lo sviluppo deve essere uno strumento” per migliorare “la qualità della vita dei cittadini”.
Oggi presidentessa della Fundação para o Desenvolvimento da Comunidade, Graça chiede di portare avanti una politica “centrata sull’essere umano e non semplicemente sui numeri”: secondo l’ultimo rapporto African Economic Outlook l’economia del Mozambico è cresciuta del 7% nel 2014 e dovrebbe mantenere tassi ancora superiori nel prossimo futuro. La quota di coloro che vivono con meno di un dollaro al giorno è però del 60% e cresce all’82% se la soglia di povertà è elevata a due dollari.
Parlare di queste cose in Mozambico non è esattamente popolare e sicuramente non ci si rende amici della classe dirigente.
Sarà una furbona, Graça Machel. Ma di questi numeri sulla crescita si dovrebbe parlare di più.
Lei lo fa.