“Credo che mettere un tetto agli affitti è una misura necessaria”, “vivere in affitto per i giovani è molto difficile”, in questo quartiere si l’aumento degli affitti si è sentito molto”. A parlare sono alcuni giovani, intervistati nel centro di Madrid. La capitale spagnola, inseme a Barcellona, vive da anni una crisi dei prezzi del mercato degli affitti. In parte dovuta alla trasformazione di molti alloggi, nelle zone più’ centrali in appartamenti d’affitto per le vacanze. Ma c’è un altro fattore: molte società d’investimento stanno comprando decine di appartamenti, sfrattando gli inquilini attuali, per riaffiatare ce aumentare la rendita degli immobili.
Favorire il diritto alla casa era una della grandi promesse di Pedro Sánchez e del suo governo di coalizione tra i socialisti (PSOE) e Podemos. La nuova legge sul mercato degli affitti, annunciata dallo stesso premier lo scorso fine settimana, mette in campo o una batteria di misure volte favorire l’accesso alla casa.
La prima decisione riguarda il blocco degli aumenti dell’affitto. Una misura che era stata introdotta l’anno scorso per la crisi delle bollette e che ora diventa norma per frenare l’effetto inflazione. Nel 2023 infatti, gli affitti non potranno crescere oltre il 3%. Un coefficiente che sarà aggiornato di anno in anno.
I proprietari non potranno ripercuotere sugli inquilini l’IMU, le spese di condominio. Lo stesso vale per le agenzie immobiliari che non potranno chiedere nessun onorario agli inquilini
Chi possiede più’ di 5 immobili in proprietà sarà considerato grande proprietario, con una tassazione specifica e con obblighi precisi da rispettare sul canone d’affitto. La misura è pensata proprio per frenare la penetrazione dei grandi fondi che investono nel settore degli affitti. Nelle zone dove si registrano questi movimenti speculativi, come per esempio Madrid, Barcellona, sarà creato un “indice di tensione abitativa” per tenere sotto controllo l’aumento dei prezzi.
“Voglio che in Spagna il 20% del mercato immobiliare sia pubblico” ha detto Sánchez durante un incontro del Partito Socialista a Valencia. Un obiettivo molto ambizioso che porterebbe a un cambio radicale del mercato immobiliare. In Spagna infatti gli alloggi pubblici rappresentano solo 3%, ben al di sotto della media europea del 9%.
Per avvicinarsi a questo obiettivo, il governo di Sánchez ha deciso di mobilitare il patrimonio immobiliare delle banche che dopo la crisi economica del 2008 è stato acquisito dallo stato in cambio dei fondi stanziati per salvare gli istituti di credito. 20 mila alloggi saranno trasferiti agli enti locali per essere assegnati a chi è in lista per un alloggio pubblico. I contrattati di 15 mila appartamenti già occupati saranno rinegoziati con prezzi calmierati e verranno costruite altre 15 mila nuove case su terreni pubblici