“Oggi è una giornata storica, è la nostra chance di assumere il comando in questo Paese per portare in Austria un vero cambiamento”. Così Sebastian Kurz alla festa dei suoi sostenitori, ieri sera, a Vienna. Per il 31enne leader dei Popolari (OeVP) si apre ora la strada verso l’incarico a Primo ministro.
Secondo i risultati provvisori del Ministero dell’Interno la OeVP ha ottenuto il 31,7% dei voti, seguita dalla FPOe, il partito di destra populista e xenofoba con il 27,4%. Terzi i Socialdemocratici (SPOe) del cancelliere uscente Christian Kern, al 26,7%. Sono dati provvisori perché mancano i voti postali, sono oltre 750 mila quelli che devono ancora essere contati. Resta quindi aperta la partita per il secondo e terzo posto, una partita importante in vista delle possibili alleanze per il nuovo governo.
A guadagnare sono stati i partiti a destra del centro. La FPOe di Heinz Christian Strache, che alle scorse elezioni aveva ottenuto poco più del 20%, ora potrebbe diventare decisiva per la formazione del nuovo esecutivo – a meno di un ritorno della Grande coalizione tra Popolari e SPOe. Per ora tutti i tre maggiori partiti sono stati cauti sulle future alleanze. Ma il possibile ingresso della FPOe nell’esecutivo preoccupa, lo abbiamo raccontato in questi giorni. E già ieri sera centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo nel centro di Vienna proprio contro un eventuale governo dei Popolari con l’estrema destra.
Perché l’Austria ha virato a destra? Il tema principale è stato quello dell‘immigrazione e delle questioni aperte che riguardano l’integrazione. E il non voler ripetere ciò che successe due anni fa, le migliaia di profughi che arrivarono qui dalla rotta balcanica. Sebastian Kurz ha spinto molto, verso destra, sui migranti, sullo stop agli irregolari. Mentre la Fpoe ha cavalcato le paure e le frustrazioni degli austriaci: “I profughi ricevono casa ed aiuti, mentre la nostra gente non riesce ad arrivare alla fine del mese”, si è sentito più di una volta. E c’è poi l’insoddisfazione di parecchie persone nei confronti del governo uscente – di cui Kurz era ministro degli Esteri – a guida socialdemocratica. Su questo è stata punita la SPOe. Kurz si è presentato come l’uomo del cambiamento e questo alle urne ha pagato.