E’ stata una strage di proporzioni immani: oltre 80 morti, centinaia di feriti. Uno dei più gravi massacri avvenuti nella pur martoriata capitale afghana Kabul. E questa volta a colpire è stato l’Isis.
Oggi in tutto il paese è lutto nazionale. Le vittime sono quasi tutti membri della comunità Hazara sciita. Il presidente Ashraf Ghani ha presenziato in mattinata ad una orazione funebre nel palazzo presidenziale, mentre il Consiglio degli Ulema afghani ha condannato l’attentato sostenendo in un comunicato che “i terroristi non conoscono limiti, etnìe o religioni, e frequentemente agiscono contro gli esseri umani e l’Islam”.
I terroristi suicidi dell’Isis si sono infiltrati nel centro di Kabul in una manifestazione di decine di migliaia di membri della comunità Hazara afghana facendosi esplodere all’improvviso fra la gente. Il corteo era stato convocato per esercitare pressioni sul governo del presidente Ashraf Ghani affinché venisse mantenuto nella povera provincia di Bamyan un ambizioso progetto di trasmissione di energia elettrica, il cui transito è stato invece trasferito in altra zona del Paese. I membri del commando terrorista si sono mescolati fra i dimostranti indossando burqa femminili.
Le tv afghane, che seguivano in diretta la manifestazione, hanno riproposto le immagini della zona delle esplosioni, con decine di cadaveri rimasti a lungo sull’asfalto, e feriti inascoltati che invocavano aiuto. Fra le vittime vi sono anche donne, bambini, agenti di polizia. Le operazioni di soccorso, subito attivate, hanno dovuto superare numerose difficoltà a causa delle barricate e dei container che le forze di sicurezza avevano dislocato sulle vie principali per impedire ai dimostranti di raggiungere la ‘zona rossa’ della capitale, dove si trovano le ambasciate e il palazzo presidenziale.
L’attentato è stato immediatamente rivendicato dall’Isis. I gruppi talebani hanno invece subito preso le distanze dalla carneficina. Si è trattato, hanno ricordato i media locali, di uno dei più cruenti attentati avvenuti nella capitale afghana dal 2001, anno dell’intervento in Afghanistan della Coalizione internazionale. In serata il capo dello Stato si è rivolto in diretta tv agli afghani assicurando che “ci vendicheremo di coloro che hanno fatto scorrere il sangue dei nostri fratelli”, decretando per oggi una giornata di lutto nazionale.
Raffaele Masto ha intervistato il giornalista Emanuele Giordana, esperto di Afghanistan.
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