Approfondimenti

Italiani in fuga, il lavoro che uccide, la straordinaria scoperta di San Casciano e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 8 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. I migranti ancora a bordo della nave umanitaria Geo Barents stanno scendendo in questi minuti. Il via libera allo sbarco è arrivato dopo la visita di medici e psicologici: la condizione dei naufraghi è stata giudicata “a elevato rischio psicologico” per la lunga permanenza in uno spazio ristretto. Sulla Humanity 1 invece i migranti rimasti a bordo hanno iniziato a rifiutare il cibo per protesta. Il governo francese ha aperto il porto di Marsiglia e permetterà tutti i migranti della Ocean Viking di attraccare, senza distinzioni. Altro che cacciare i migranti: dalla povertà scappano gli italiani. L’Italia è un paese sempre meno attrattivo e chi può se ne va. E così il numero di italiani all’estero ha superato il numero degli stranieri residenti, scrive l’ultimo Rapporto Italiani nel Mondo. Giuseppe Conte e il Pd parlano da avversari, altro che alleanza alle regionali in Lombardia.

Conte all’arrembaggio del Pd

(di Luigi Ambrosio)

L’inceneritore di Roma è il grimaldello che prima è stato usato per fare saltare il governo Draghi e ora sta facendo saltare l’ipotesi di alleanza Pd-Movimento 5 Stelle alle regionali nel Lazio e, a cascata, in Lombardia.
Il Presidente dei 5 Stelle Conte ha pronunciato parole durissime nei confronti dei dirigenti del Partito Democratico: “con loro è difficile sedersi a un tavolo”.
Poi il no all’inceneritore. Una proposta irricevibile per il Pd e difatti a Conte ha risposto Gualtieri, il sindaco della Capitale: “Roma ha bisogno dell’inceneritore”.
Conte e il Pd parlano da avversari. “Con i diktat non si va avanti, da lui rancore e astio, vuole correre da solo” commenta il Pd. “Quando gli scissionisti se ne sono andati il Pd ha cercato di darci il colpo di grazia” rincara Conte.
Insomma la storia dell’alleanza è finita a meno di improbabili ripensamenti. E stavolta pare proprio che sia Conte a voler dare il colpo di grazia a un Pd sconfitto alle elezioni, attaccato da un lato da lui e dall’altro lato da Renzi e Calenda che con la candidatura Moratti in Lombardia lo stanno mettendo in difficoltà.
In Lombardia ora Salvini spera proprio di vincere di nuovo e il sogno di imporre una sconfitta al governo appena insediato si allontana. Anzi, pure nel Lazio la destra se la gioca e così si rafforzerebbe altro che indebolirsi. Il Pd invece è fermo, immobile, in attesa di un congresso che non arriva mai. E Renzi, Calenda e Conte cercano di svuotarlo, di fargli fare la fine del Partito Socialista francese. I primi due prendendosi i voti centristi, riformisti, moderati che in questi anni hanno guardato al Partito Democratico. Conte, zelig della politica italiana, ha fiutato il vuoto a sinistra, ci si è tuffato, gli è andata bene alle elezioni, ha fatto il pieno di applausi alla manifestazione pacifista di Roma. E ora lancia l’opa sul Pd.

L’Italia è un paese sempre meno attrattivo e chi può se ne va

Altro che cacciare i migranti: dalla povertà scappano gli italiani. L’Italia è un paese sempre meno attrattivo, e chi può se ne va. E così il numero di italiani all’estero ha superato il numero degli stranieri residenti, scrive l’ultmo Rapporto Italiani nel Mondo 2022 promosso dalla Fondazione Migrantes della Cei presentato oggi. Se ne vanno in particolare i giovani, che considerano il Paese irriformabile.
L’estero come unica scelta per risolvere i problemi. E così sono diventati 5 milioni e 800 mila sono gli italiani residenti fuori dalla penisola, il 9,8% del totale dei cittadini. 5 milioni e 200 mila – l’8,8 percento – sono invece gli stranieri che risiedono in Italia. Facile immaginarselo, ma il rapporto lo conferma: sono i giovani, che vedono l’Italia come Paese irriformabile, la più numerosa fascia di popolazione che abbandona il Paese. “La via per l’estero – dice il rapporto – si presenta loro come unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali, quali autonomia, serenità, lavoro. Proprio oggi, un rapporto dell’Istituto di Analisi delle Politiche Pubbliche evidenzia come 8 su 10 dei nuovi contratti di lavoro attivati siano precari. “Così, ci si trova davanti a un Paese demograficamente in caduta libera” continua il rapporto.
L’Europa la meta di espatrio preferita: quasi l’80% di coloro che si trasferiscono fuori dall’Italia si stabilisce in altri Paesi Europei. Il 14,7% sceglie le Americhe, prevalentemente il Sud America (61,4%). Dati ai limiti del paradossale, soprattutto pensando alla chiusura del governo sui nuovi cittadini provenienti dall’estero e allo Ius Soli. In seguito alla pubblicazione del rapporto, in mattinata è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato come “l’Italia debba aprire una riflessione adeguate sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che il Paese deve offrire ai cittadini che vogliono rimanere o che desiderano tornare a vivere qui”.

Il lavoro che rende “penosa e angosciata la vita”

(di Massimo Alberti)

“Un lavoro fatto di bassi e bassissimi salari, precarietà, che rende penosa e angosciata la vita di consistenti fasce della forza lavoro”. La fotografia dell’Inapp, l’Istituto di analisi della politiche pubbliche è impietosa nel descrivere, numeri alla mano, un mondo del lavoro italiano dove i problemi sono cronici, e lo stato sociale incide poco. Sta tutta lì la crisi dell’economia italiana, nella scelta della politica di costruire un mercato del lavoro cronicamente fatto di salari bassi, precariato, da cui consegue la bassa produttività. E non viceversa, come si sente falsamente spesso affermare. Dei nuovi contratti attivati nel 2021, anno di crescita per altro, solo il 14,8% era a tempo indeterminato mentre il resto erano contratti atipici: tempo determinato, o part time involontario, che è il triplo della media ocse. Le attivazioni di contratti stabili sono tornate a calare dopo le modifiche, con un emendamento Pd, del governo Draghi al decreto dignità, con cui il governo Conte1 aveva posto limiti ai contratti a tempo che avevan generato una crescita dell’indeterminato fino al 16,7% del 2020, crollato di 2 punti dopo lo snaturamento di Draghi. Questo quadro porta al calo dei salari di quasi il 3% negli ultimi 20 anni rilevato da Ocse, oltre ad alzare la percentuale di lavoratori sotto la soglia di rischio povertà. Tra il 40% dei lavoratori con reddito più basso, il 12% non è in grado di provvedere ad una spesa improvvisa, perché non ha risparmi. Uno su tre ha dovuto posticipare cure mediche. Per il presidente dell’Istituto Sebastiano Fadda l’attuale mercato del lavoro genera elevati gradi di diseguaglianza sociale, tali da rendere penosa e angosciata la vita di consistenti fasce della forza lavoro. Domani intanto i sindacati incontreranno Giorgia Meloni. E’ il primo incontro con la nuova presidente del Consiglio, alla vigilia della manovra economica.

E di lavoro si continua a morire

Un operaio di 41 anni è morto nell’area portuale di Ortona (Chieti) a causa delle gravissime lesioni riportate dopo essere stato colpito alla testa dal carico di una gru che lo ha scaraventato in mare. Si tratta di un marittimo filippino di 41 anni, a bordo di una nave appoggio della Micoperi, la nave che aveva eseguito il recupero della Costa Concordia. I morti sul lavoro ieri sono stati quattro: un operaio nel torinese schiacciato da un carico di tubi d’acciaio, un’operaia nel piacentino morta al turno di notte in una vetreria, un operaio edile caduto dall’alto nel casertano, dove è morto anche un agricoltore.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia non hanno raggiunto la “giusta quota” per il clima

(di Chiara Vitali)

“La mia casa era lì, ora non c’è più. Dove posso trovare i soldi per ricostruirla? si chiede Alami Ibrahim Yunus, dalla Nigeria, dopo che violente inondazioni hanno colpito il suo villaggio. La sua domanda interessa milioni di persone, in Stati diversi: gli effetti della crisi climatica ormai sono concreti, chi deve pagare? Diamo uno sguardo al passato. Dal 1850 a oggi, gli Stati Uniti hanno emesso più gas serra degli altri Paesi, di gran lunga. Si possono considerare tra i principali responsabili dei cambiamenti del clima. Eppure, oggi, non contribuiscono in modo equo ai fondi creati per rispondere alla crisi e aiutare chi ne sta subendo le conseguenze. Lo ha evidenziato Carbon Brief, un sito di giornalismo investigativo che si occupa di clima. Nel 2009, infatti, la COP 15 aveva deciso di creare un fondo da 100 miliardi all’anno da destinare ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Due obiettivi: costruire infrastrutture per adattarsi ai cambiamenti del clima e passare da un’economia basata su combustibili fossili a una più sostenibile. CONTINUA A LEGGERE

A San Casciano dei Bagni scoperte ventiquattro statue etrusche in perfetto stato di conservazione

Ventiquattro statue in bronzo, di cui cinque alte quasi un metro. A San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, sono stati scoperti dei reperti che risalirebbero al periodo tra il secondo secolo avanti e il primo dopo Cristo. Il luogo in cui sono stati trovati è un santuario con vasche d’acqua termale, che alla chiusura della struttura – circa 1500 anni fa – furono sigillate. Questo ha permesso la conservazione delle statue, che rappresentano divinità, matrone, fanciulli, imperatori. Abbiamo intervistato l’archeologa e scrittrice Marisa Ranieri Panetta

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    Nella puntata dell’Orizzonte delle Venti del 16 aprile 2025, condotta da Luigi Ambrosio: la Commissione Europea anticipa una parte del “patto immigrazione e asilo” che entrerà in vigore nel giugno del 2026 e pubblica una prima lista dei paesi cosiddetti “sicuro” dove si potranno deportare i migranti velocemente con le procedure accelerate previste ad esempio dal “modello Albania” del governo Meloni. Fino a oggi i giudici italiani hanno bloccato le deportazioni proprio affermando che mancasse la lista. Tra i paesi considerati sicuri ci sono luoghi che sicuri non si possono definire, come Bangladesh, Tunisia, Egitto. Giorgia Meloni ovviamente canta vittoria. Ne discutiamo con Dario Belluccio, avvocato dell’Asgi, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione; Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico di ritorno dall’Albania, dove ha monitorato le condizioni di detenzione dei migranti nel centro di Gjader; Teresa Florio, della Rete “Mai piu lager No Cpr” di Milano.

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