Facciamo un viaggio indietro nel tempo.
Indietro indietro fino a un’epoca della politica italiana in cui accadevano cose che oggi sono inimmaginabili. Un’epoca lontana, un’epoca che secondo alcuni, in realtà, non è mai esistita.
L’epoca in cui il Pd era al governo.
Eh sì, ve li ricordate il governo Letta e poi il governo Renzi e poi il governo Gentiloni?
Vi ricordate come terminò la scorsa legislatura?
Mancavano pochi mesi e c’era da fare lo Ius Soli.
Ma il Pd era alleato di Alfano*. Alfano, a proposito: che fine ha fatto Alfano? Qualcuno si ricorda di Alfano?
Ok, nessuno. Torniamo a quei giorni. Mancava una cosa da fare: lo Ius Soli.
Ma Alfano diceva no.
E il Pd diceva: “senza i voti di Alfano, il Ius Soli non si può fare”.
E un sacco di italiani dicevano: “ma mettete la fiducia, Alfano dovrà votarla per forza, e al limite se non la voterà voi ci avrete provato e quando verrà il momento di votare gli elettori si ricorderanno del vostro coraggio”.
Ma il Pd rispondeva: “noi siamo realisti mentre voi siete pazzi, gli italiani sono contrari alla cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia pur con tutti i limiti della legge che abbiamo proposto che non è che dia la cittadinanza così ma uno deve studiare e dimostrare di meritarla ma insomma gli italiani sono contrari, se forziamo la pagheremo nelle urne”.
Lo Ius Soli versione moderata di cui si discuteva nella scorsa legislatura fu archiviato.
Risultato: Pd al 18 per cento. Alfano manco ricandidato. Nuovo governo con dentro Salvini, Lega lanciata verso l’egemonia.
E oggi, grazie a un sondaggio, scopriamo che agli italiani lo Ius Soli piace. Addirittura il 62,8 per cento sarebbe a favore, secondo Quorum/Youtrend.
I sondaggi valgono quello che valgono, però indicano una tendenza. Quella che la politica dovrebbe essere capace di intercettare e anzi anticipare.
Ma era un’epoca lontana. Oggi è diverso. Vero?
*Angelino Alfano, Agrigento, 31 ottobre 1970 . Già astro nascente di Forza Italia, ruppe con Berlusconi e fondò una sua lista. Fu ministro della giustizia nel governo Berlusconi IV e in seguito ministro degli Interni prima e degli Esteri poi quando fu alleato del Pd tra il 2013 e il 2018