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Tratto dal podcast
Fino alle otto di ven 03/04 (terza parte)
Coronavirus | 2020-04-03
Com’è la situazione a Cornaredo in queste settimane di emergenza e di isolamento? Il sindaco Yuri Santagostino, racconta a Radio Popolare come il comune di Cornaredo, 20mila abitanti a nord-ovest di Milano, sta gestendo la comunicazione coi cittadini e il supporto alle persone in difficoltà grazie a una grande risposta dei volontari, anche giovanissimi. Attivo ormai da settimane una sorta di palinsesto sulla pagina Facebook del comune di Cornaredo per stimolare i cittadini a casa e intrattenerli.
L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.
Com’è la situazione coronavirus a Cornaredo?
La situazione purtroppo è mediamente come quella di tutti gli altri comuni della Città metropolitana di Milano. I contagiati sono 50, un numero doppio di persone in quarantena, purtroppo abbiamo avuto anche 4 decessi.
In questi giorni è arrivata anche una buona notizia…
Sì, una delle prime persone contagiate, un operatore sanitario, ci ha detto di aver fatto il secondo tampone che ha avuto un risultato ancora negativo, quindi è definitivamente guarito.
Quali iniziative avete predisposto per questa emergenza?
Abbiamo avuto la fortuna che fin dall’inizio dell’emergenza moltissimi giovani si sono messi a disposizione per qualunque tipo di iniziativa, e noi li abbiamo dirottati verso il supporto delle persone con fragilità, in particolare e persone anziane sole a cui abbiamo chiesto di rimanere a casa. Questi giovani volontari si sono organizzati anche con i centri di distribuzione per portare a domicilio spesa e farmaci. Poi c’è tutta la rete di supporto creata con la polizia locale e i volontari della protezione civile che invece gestisce la parte più complicata, quella delle persone che sono contagiate o in quarantena.
Due giorni fa poi abbiamo lanciato una raccolta fondi per supportare le fragilità presenti e future provocate da questa crisi. Inoltre oggi usciremo con le linee guida per i beneficiari degli ormai famosi buoni spesa, con le modalità per fare le richieste e l’erogazione che avverrà a metà della prossima settimana.
Come valuta la reazione della sua città di fronte all’emergenza e anche di fronte ai richiami alla responsabilità?
Devo dire che la maggior parte delle persone rispetta le regole che sono state date, che sono dure ma ci tutelano, poi qualcuno che invece non le rispetta c’è sempre e quindi in questo senso sono utili i controlli effettuati dalle forze di polizia e carabinieri. In generale vedo un paese ferito e preoccupato.
C’è il dolore per le persone care che se ne sono andate e la paura del futuro: vedo una paura sopratutto per il proprio lavoro, la sicurezza della famiglia. Vedo però anche una città, fortunatamente per chi l’amministra, che sta reagendo; da una parte c’è un grande male che ora possiamo anche vedere perché ci sono le foto del virus diffuse ieri, e dall’altra c’è un grande bene che si è mosso in direzione “ostinata e contraria”. Penso ai tanti giovani, le tante associazioni che si sono attivate.
Un’altra iniziativa che abbiamo messo in campo è una sorta di palinsesto social sulla pagina Facebook del Comune, su cui ogni giorno ci sono varie iniziative che vengono lanciate con dei video, c’è una psicologa che racconta come affrontare la crisi, c’è un’associazione culturale che legge delle poesie, persone che leggono storie per i bambini, quindi c’è chi sta reagendo con grande determinazione e generosità.
Ieri la Caritas ha lanciato l’allarme, la richiesta di aiuti è aumentata del 50% in tutto il Paese: lei ha l’impressione che questo riguardi anche un comune come Cornaredo, appartenente al nord produttivo e industrializzato?
Temo di sì, lo vedremo anche adesso, quando usciremo con questo avviso pubblico. In parte credo ci sia uno stato di bisogno, in parte una preoccupazione per quello che potrà accadere non fra due settimane ma fra due mesi. Chiaro che se fossimo tutti sicuri che ad esempio il 1 maggio le fabbriche e le attività riaprissero, tutti ci sentiremmo più tranquilli. Invece c’è questa incertezza che secondo me incide anche su quella percentuale citata prima. L’incertezza spinge ad essere prudenti e cercare di farsi aiutare.
Ci sono delle attività in particolare che caratterizzano Cornaredo e che sono in sofferenza a causa di questo fermo delle attività produttive?
C’è tutto il settore commerciale: non tanto le grandi aziende, che in parte in realtà continuano il loro lavoro, io sono molto preoccupato per tutto il commecio di vicinato, che rischi di entrare in un grande sofferenza. Era già in difficoltà di suo a causa della vicinanza con Milano e la concorrenza dei grandi centri commerciali, io temo che questa emergenza aggravi ancora di più la loro situazione.
Foto dalla pagina Facebook del Comune di Cornaredo