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- Tratto dal podcast Musica |
Con qualche giorno di anteprima rispetto all’uscita del nuovo disco, Cesare Picco è stato ospite di Radio Popolare per parlare di Alchemy, il suo ultimo lavoro in uscita il 24 gennaio 2020, e per farci ascoltare il primo brano tratto dal disco, Connected.
Ecco un estratto dell’intervista di Ira Rubini a Cesare Picco a Cult.
Il 23 gennaio, in anteprima, uscirà il video di Connected. Il 30 gennaio, invece, ci sarà un concerto in live streaming in collaborazione con Yamaha Europe per presentare l’intero album, Alchemy. Giusto?
Giustissimo. E il 24 gennaio, lunedì, uscirà ufficialmente l’album in digitale.
L’idea di Alchemy è quella di aprire un nuovo orizzonte del suono.
Si cerca sempre di andare avanti. Chi si fa prendere dalla passione dei suoni fin da piccolo, quasi sicuramente non molla mai questo percorso e questa ricerca. In questo momento mi sono ritrovato tra le mani un’idea di suono che parte sempre da quel meraviglioso re della foresta musicale, il pianoforte, uno strumento di una ricchezza e di una infinita potenzialità. Cosa fare di un suono che è ormai nel nostro DNA e trasformarlo in qualcos’altro? In maniera alchemica mi è venuta voglia di mettere mano agli elementi del pianoforte, dalle corde ai metalli che lo costituiscono e dare un’idea del Mondo esattamente come facevano gli alchimisti, manipolando gli elementi della natura.
Ho iniziato questa ricerca sovrapponendo molti strumenti – pianoforti a coda o a corda, più nuovi o più vecchi – e quello che è uscito è per me un’idea: non un pianoforte così come siamo abituati a sentirlo, ma un’insieme di più strumenti a tastiera che dialogano tra loro in tempo reale.
In questo caso hai chiamato anche alcuni artisti a collaborare per realizzare una parte del lavoro, come il violoncellista Leonardo Sapere.
Sì, il primo violoncello dei Virtuosi Italiani di Verona. Leonardo non è soltanto un esecutore di musica classica, ma è anche un amante di altra musica e dei codici dell’improvvisazione. Ha un suono meraviglioso e ho trovato che in molti pezzi il dialogo con le corde di un violoncello di quel tipo potesse dare una marcia in più a questa mia ricerca.
In passato ti sei molto collegato con la natura e questo lo ritroviamo in alcuni nuovi brani, ma in questo nuovo lavoro ritroviamo anche diverse tradizioni. E infatti c’è anche la voce dell’artista iraniana Maryam Roshanaei.
Sì, è una meravigliosa artista iraniana. Maryam mi ha concesso la meraviglia di poter utilizzare la sua voce e di poter costruirci attorno questo mondo di suoni. E in un altro pezzo, Blessing, c’è un piccolissimo utilizzo del canto di una sciamana dell’Amazzonia. Natura e spiritualità sono due sostantivi in cui mi riconosco molto, sono due mondi difficili da approcciare in maniera corretta. Spesso quando sentiamo questi vocaboli alziamo subito le orecchie e parliamo subito di new age o non new age. È una bruttissima reazione, mentre sappiamo quanto non possiamo fare a meno, soprattutto in questo momento storico, di guardarci intorno e sentire il Mondo e restare connessi.
Foto dal profilo ufficiale di Cesare Picco su Facebook